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- Analisi e statistiche sulle dichiarazioni fiscali 2015 IRPEF, studi di settore, IVA

Comunicato Stampa N° 100 del 31/05/2016

Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche relative agli Studi di Settore, alle dichiarazioni delle persone fisiche in base al reddito prevalente, alle dichiarazioni IVA e ad altri dati trasmessi dai contribuenti nel 2015, relativi al periodo d'imposta 2014 (ultimo di tre anni di recessione)

STUDI DI SETTORE

Molte sono le novità intervenute sugli Studi di Settore che, nell'anno 2014, sono stati oggetto di alcuni interventi correttivi anche a causa della crisi economica che, si ricorderà, aveva comportato secondo i dati Istat, una diminuzione del PIL in termini reali dello 0,3%. Conseguentemente, per 193 studi di settore si è tenuto conto dell'analisi dell'efficienza produttiva, che ha analizzato l'impatto negativo della crisi sui ricavi/compensi e sul grado di utilizzo dei fattori produttivi impiegati (lavoro e capitale), mentre 68 studi sono stati oggetto di revisione. L'applicazione degli Studi di Settore nel 2014 ha riguardato 3,6 milioni di soggetti (65% persone fisiche) mostrando una lieve diminuzione (-0,8%) rispetto all'anno precedente.

I ricavi/compensi totali, pari a 713,7 miliardi di euro, presentano una contenuta riduzione rispetto al 2013 (-2,1%) con andamenti non particolarmente differenziati all'interno dei settori: il settore dei servizi è quello che mostra un calo maggiore (-2,9%), seguito dal settore del commercio (-2,5%) e dal settore manifatturiero (-1,1%). Il settore delle attività professionali presenta invece un lieve aumento (+0,2%). I ricavi/compensi medi, considerando tutti i soggetti, sono pari a 197.500 euro (-1,3%).

Il reddito totale dichiarato è pari a 101 miliardi di euro e mostra, a differenza dei ricavi/compensi, un andamento positivo (+3,1% rispetto al 2013); il reddito medio dichiarato è risultato pari a 25.900 euro per le persone fisiche (+2,2%), a 37.000 euro per le società di persone (+4,1%) e a 26.700 euro per le società di capitali ed enti (+12,3%).

In relazione all'attività esercitata, si registra il reddito medio dichiarato più elevato nel settore delle attività professionali (41.600 euro, anche se in flessione dell'1,2% rispetto al 2013), seguito dal settore delle attività manifatturiere (32.400 euro, con un aumento dell'11,7% sul 2013) e dal settore dei servizi (24.400 euro, in crescita del 3,9%), mentre il reddito medio dichiarato più basso risulta nel commercio (19.100 euro, comunque in aumento del 9,0%).

Analizzando le composizioni percentuali dei valori dichiarati si evidenzia che le società di capitali, pur dichiarando la metà del totale dei ricavi/compensi (51%), registrano solo il 16% del totale dei redditi; al contrario le persone fisiche, pur dichiarando solo il 27% dei ricavi o compensi totali, registrano il 61% dei redditi totali. Queste quote percentuali, riflettendo la specifica struttura produttiva delle diverse forme giuridiche dei contribuenti, sono in linea con quanto evidenziato lo scorso anno.

Un confronto tra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui [1] mostra differenze molto elevate: escludendo i soggetti di minori dimensioni[2], si passa complessivamente da un reddito medio di 44.560 euro per i soggetti congrui ad una perdita media di 730 euro per quelli non congrui.

STATISTICHE IRPEF IN BASE AL REDDITO PREVALENTE

I dati statistici delle dichiarazioni Irpef delle persone fisiche, pubblicati a fine marzo, sono ora arricchiti dalla classificazione dei contribuenti in base al reddito prevalente. L'82,6% dei circa 40,7 milioni di contribuenti Irpef detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 5,9% del totale, in linea con l'anno precedente, ha un reddito prevalente derivante dall'esercizio di attività d'impresa o di lavoro autonomo. La percentuale di coloro che detengono in prevalenza reddito da fabbricati è pari al 4,2%.

Dall'analisi integrata delle dichiarazioni dei dipendenti con quelle dei propri datori di lavoro si osserva che circa il 78% dei dipendenti ha prestato servizio presso lo stesso datore di lavoro nell'arco dell'anno, mentre il restante 22% ne ha avuti due o più. Rispetto alla natura giuridica del datore di lavoro, il 52% dei lavoratori dipendenti presta servizio presso società per azioni, società a responsabilità limitata e società cooperative, seguiti da coloro che sono occupati presso enti pubblici (16%), ditte individuali (9%), enti e istituti di previdenza e assistenza sociale (8%) e società di persone (7%).

Il reddito medio da lavoro dipendente presenta un'elevata variabilità rispetto alla diversa natura del datore di lavoro[3]: si osserva il reddito medio più basso, pari a 9.700 euro, per i lavoratori dipendenti il cui datore di lavoro è una persona fisica; il valore sale a 13.890 euro per i dipendenti di società di persone, a 21.040 euro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione[4], mentre si registra il reddito medio più elevato, pari a 23.630 euro, per i dipendenti delle società di capitali[5].

DICHIARAZIONI IVA

Sono circa 5,3 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l'anno d'imposta 2014, con un lieve calo rispetto all'anno precedente (-0,9%), che riflette principalmente la mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti in "regime fiscale di vantaggio", pari nell'anno a 567.000, con un incremento del 18,3% rispetto al 2013.

L'Iva di competenza dell'anno d'imposta, definita come saldo tra Iva a debito e Iva detraibile, mostra un incremento dell'1,7%. Tale andamento è influenzato dall'operare della nuova aliquota ordinaria al 22% nel corso di tutto il 2014[6].

Dall'analisi del quadro VT si rileva che il 17,5% dei soggetti effettua vendite solo nei confronti di consumatori finali, il 39% solo nei confronti di altri soggetti Iva, mentre il restante 43,5% effettua vendite nei confronti sia di consumatori finali sia di altri soggetti Iva.

ALTRE STATISTICHE

Completano la pubblicazione le statistiche sulle dichiarazioni dei titolari di partita Iva, delle società di persone e le statistiche sul registro e sulle successioni.

Tutti i dati statistici sulle dichiarazioni fiscali e sugli Studi di Settore sono disponibili sul sito www.finanze.gov.it seguendo i percorsi "dati e statistiche/dichiarazioni" e "dati e statistiche/studi di settore", dove sono disponibili le analisi dei dati, le novità normative e le note metodologiche per la corretta interpretazione delle statistiche.


[1] Si ricorda che un contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dagli Studi di Settore, tenuto conto delle risultanze derivanti dall'applicazione degli indicatori di normalità economica.
[2] Ossia le persone fisiche con ricavi/compensi inferiori a 30.000 euro.
[3] Il focus riguarda i lavoratori dipendenti il cui sostituto d'imposta dichiara un reddito da attività economica e i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione individuati in base al codice ATECO del datore di lavoro.
[4] In questo caso la P.A. è stata individuata in base al codice ATECO e non in base alla natura giuridica del soggetto.
[5] Non sono stati analizzati i redditi medi di lavoratori presso datori di lavoro con altre forme giuridiche in considerazione della significativa eterogeneità che ne rende difficile una corretta interpretazione.
[6] L'aliquota al 22% è entrata in vigore a partire dal 1° ottobre 2013.
 
Roma 31/05/2016
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