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- Statistiche sulle dichiarazioni IRES ed IRAP e sui dati comunicati ai fini degli studi di settore

Comunicato Stampa N° 7 del 16/01/2012

Il Dipartimento delle Finanze diffonde le statistiche sulledichiarazioni IRES ed IRAP relative all'anno d'imposta 2009 epresentate nel corso degli anni 2010 e 2011. Per le società di capitali(in alcuni casi di grandi dimensioni) che hanno il periodo d'esercizionon coincidente con l'anno solare, il termine ultimo per lapresentazione della dichiarazione relativa all'anno d'imposta 2009 èstato settembre 2011.

Il Dipartimento pubblica anche, in collaborazione con l'Agenziadelle Entrate e la So.Se. Spa, le statistiche sui dati comunicati aifini degli studi di settore nel 2010 e relativi al periodo d'imposta 2009.

Con questa diffusione si completano i dati statistici relativi alledichiarazioni fiscali per l'anno d'imposta 2009.

IRES

Il 2009 è stato caratterizzato da una profonda crisieconomica, che ha determinato una forte riduzione delPIL reale (-5,1%) e nominale (-3,1%). La crisiproduce effetti su tutte le grandezze dichiarate dalle società dicapitali.

Nell'anno d'imposta 2009 le dichiarazioni delle società di capitalisono state 1.056.685, con un incremento del 2,6% rispetto all'annoprecedente, crescono più della media nazionale il settore "fornituraenergia elettrica" (+36%) e le "attività professionali" (+6,6%).Aderiscono al regime del consolidato fiscale 21.352 società, con unaumento del 5,9% rispetto al 2008.

Le società di capitali rivestono in massima parte (86,2%) la naturagiuridica di società a responsabilità limitata.

La crisi economica può spiegare il forte incremento delledichiarazioni presentate da società in situazione di fallimento(+61,67%) o estinte (+52,08%).

La situazione di congiuntura negativa si riflette inoltre sullaquota di società in utile, calate di oltre due puntipercentuali (ora al 57,9%) e, conseguentemente, aumentail numero dei contribuenti in perdita (37%, contro il 35% del 2008). Ilreddito d'impresa si conferma fortemente concentrato nelle regioni delcentro e del nord: nel sud e nelle isole viene dichiarato solo l'8,5%del reddito d'impresa totale.

Il reddito medio dichiarato, pari a 256.980 Euro, subisce undecremento del 6,7% rispetto a quello relativo all'anno d'imposta 2008,la riduzione maggiore si registra nelle isole (-17,6%), mentre apparepiù contenuta nel nord ovest (-2,6%). Dall'analisi dei soggetti incontinuità di esercizio si rileva che il reddito medio, pari a 270 milaeuro, è superiore del 5,2% rispetto a quello totale, mentre la perditamedia, pari a 146 mila euro, supera del 9,3% quella totale.

Nel 2009 le società di capitali hanno dichiarato unimponibile di 126.482 milioni di euro rispetto ai 137.244 milioni dieuro nel 2008. La riduzione di quasi 8punti percentuali è attribuibile primariamente alla gravecrisi economica; tuttavia non vannotrascurati anche alcuni specifici effetti di variazioni normative: inparticolare, si rammenta, l'importante agevolazione introdottaper incentivare l'acquisto di macchinari nella fase di congiunturanegativa (c.d. "Tremonti-ter").

Le società che sono assoggettate a tassazione ordinaria dichiaranoun'imposta media di 40.180 euro, mentre i gruppisocietari che hanno optato per il regime fiscale delconsolidato dichiarano un'imposta media di 4.540.230 euro (rispettivamente44.530 euro e 4.351.350 euro nel 2008). Il confronto con i datirelativi al 2008 evidenzia una rilevante contrazionedell'imposta dichiarata dai soggetti con attività manifatturiera (-32,3%).

Le imprese di maggiori dimensioni (con oltre 50 milioni di volumed'affari) dichiarano oltre la metà dell'imposta netta ed i soggetti chedichiarano i maggiori importi di imposta svolgono attivitàmanifatturiere, finanziarie - assicurative e commerciali.

IRAP

Il numero di soggetti che hanno presentato ladichiarazione Irap per l'anno d'imposta 2009 è di 4.882.741(-3,3% rispetto al 2008). Tale diminuzione,già riscontrata nel 2008, ha interessato prevalentemente le personefisiche in virtù della crescente adesione al "regimedei minimi" (+23,8% rispetto al 2008) e del .

I soggetti che dichiarano un valore della produzione positivosono 4.758.337 (-2,9% rispettoall'anno precedente), per un ammontare complessivo di 657miliardi di euro (-7,9% rispetto al 2008), di cui il 61% è prodotto dallesocietà di capitali. La base imponibile totale risultapari a 655 miliardi di euro, con una contrazione rispetto al 2008del 6,5%, variazione dovuta all'effetto difattori diversi, quali la riduzione del numero dei dichiaranti(per effetto della crescente adesione al regime dei minimi edel riconoscimento di ulteriori casistiche di non assoggettabilità all'Irap) ma, soprattutto, l'impatto della crisi economica chenel 2009 manifesta appieno i suoi effetti.

La distribuzione per attività economica della base imponibiletotale, inclusa la P.A. che svolge "attività istituzionale", evidenzia che, trascurando l'attività"Amministrazione pubblica", circa il 50% della base imponibile è generato da quattro settori:"manifatturiero" (19%), "commercio" (12%), "attività finanziarie"(12%), "costruzioni"(7%).

Rispetto all'anno precedente il settore manifatturieropresenta un decremento del 22%, che rappresenta il 65% dellacontrazione totale della base imponibile, mentre i settorifinanziario ed energetico presentano un incremento (rispettivamente del16% e del 13%).

L'imposta dichiarata per l'anno 2009 è stata pari a 31,9miliardi di euro (-5,4% rispetto al 2008), con un valore medio pari a 9.840 euro. Lacontrazione è più accentuata nelle società di capitali (-6,5%), cherappresentano il 55% dell'imposta totale, mentre è più contenuta nelleAmministrazioni Pubbliche (-2%), che rappresentano il 30% dell'impostatotale.

La distribuzione territoriale sulla base del luogo in cui èsvolta l'attività produttiva evidenzia che il 54% dell'imposta èprodotta al Nord e il 16% al Sud, in linea con l'andamentodell'anno precedente.

STUDI DI SETTORE

I contribuenti soggetti agli studi di settore Complessivamente gli studi di settore interessano oltre 3milioni e 500 mila contribuenti, per il 63% persone fisiche, per il 20% società di persone e per il 16%società di capitali ed enti.

Il numero dei contribuenti soggetti agli studi di settorediminuisce rispetto all'anno precedente (-0,7%) acausa delle nuove adesioni al regime dei contribuenti minimi (passatida circa 507 mila del 2008 a circa 627 mila del 2009, pari al +24%).Tutti i settori subiscono una lieve flessione del numero deicontribuenti rispetto all'anno precedente: manifatture -1,4%; servizi -0,4%; professionisti -0,8%; commercio -0,9%.

Effettidella crisi economica sui ricavi o compensi dichiarati

Per il periodo d'imposta 2009 è stata approvata una nuovarevisione congiunturale degli studi di settore al fine di tenerconto degli effetti della profonda crisi economica.Si tratta di revisioni "a cascata", chearrivano fino alla specificità dei singoli contribuenti,classificabili in quattro tipologie: 1) analisi della normalitàeconomica, 2) correttivi specifici per la crisi, 3) correttivicongiunturali per settore, 4) correttivi congiunturali individuali.

La crisi economica produce effetti su tutte le grandezzedichiarate dai contribuenti soggetti agli studi di settore.In particolare, il dato relativo ai ricavi/compensi totali risentetanto degli effetti della crisi economica, quanto della diminuzione delnumero di dichiaranti causata dalle nuove adesioni al regime deiminimi: si assiste ad un calo dei ricavi/compensi totali intutti i settori di attività, con una diminuzione complessiva del5,2% (790,5 miliardi di euro il totale dichiarato daisoggetti).

Al fine di cogliere l'effetto della crisi economica suiricavi/compensi medi, è stata effettuata un'analisi dei dati escludendole "Persone fisiche con ricavi/compensi fino a 30.000 euro",contribuenti ai quali è potenzialmente applicabile il regime deicontribuenti minimi. Per il totale dei settori si evidenzia nel 2009 unlieve decremento dei ricavi/compensi medi (-2%) riferitoai soli contribuenti congrui (a fronte di unincremento nel 2008 sul 2007 di circa l'1%), mentre per i contribuentinon congrui si assiste ad una diminuzione molto piùmarcata (-11,6%, a fronte di un calo del4,6% nel 2008 rispetto al 2007). Si ricorda che un contribuente ècongruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori aquelli stimati dagli studi di settore, tenuto conto delle risultanzederivanti dall'applicazione degli indicatori di normalità economica.

Le distribuzioni territoriali evidenziano che inquasi tutte le aree del Paese i ricavi o compensi medi dichiarati daicontribuenti congrui decrescono lievemente nel 2009 rispetto al 2008(il calo massimo si registra al Nord-Ovest: -2,7%), mentre quellidichiarati dai contribuenti non congrui presentano un forte calogeneralizzato, ancora più evidente nel Nord-Est (-12,6) e nel Sud(-12,5%).

Effetti della crisi economica sui redditi d'impresa o dilavoro autonomo

I redditi dichiarati dai soggetti che applicanogli studi di settore fanno registrare, nel 2009, un valoretotale pari a 99,3 miliardi di euro, in calo (-8,7%) rispetto all'annoprecedente.

Nel 2009 la diminuzione dei redditi totali èmolto forte per il settore manifatturiero (-37%), maè visibile chiaramente anche nel commercio e nei servizi(-7%); il settore dei professionisti sembra,invece, subire la crisi in misura più lieve (-1%).

Nel 2009 si evidenzia anche un calo dei redditi medidichiarati dai contribuenti congrui (-10,7%) rispetto all'anno precedente: il settoremanifatturiero è quello che registra il maggior calo (-30,7%), seguitodai servizi (-10,4%) dal commercio (-6,7%) e dai professionisti (-2,1%circa). Nell'ambito dei contribuenti non congrui si evidenzia una fortediminuzione del reddito medio per i settorimanifatturiero e del commercio che fanno registrare, rispettivamente,una perdita media di 27.200 euro e di 900 euro. Dal punto di vista geografico,i dati rilevano nell'ultimo biennio un calo in tutte le areeterritoriali. In particolare nel 2009, per i contribuenticongrui, si ha il calo massimo al Nord-Ovest (-12%) edil calo minimo al Sud (-8%); per icontribuenti non congrui la flessione è marcatain tutte le aree del Paese: quella massima siregistra anche per questi contribuenti nel Nord-Ovest (-120%da un utile di 8.600 euro a una perdita di -1.700 euro), mentre quella minimasi registra nelle Isole (-40%).

La distribuzione per natura giuridica evidenzia che nel 2009 ilcalo del reddito medio è più significativo per le Società di capitali(-22,1%), seguite dalle Società di persone (-9,8%) edalle persone fisiche (-3,6%) che, diversamente dall'anno precedente,presentano solo una lieve diminuzione.

Livelli reddituali dei contribuenti congrui e non congrui

Un confronto tra i livelli di reddito mediodei soggetti congrui e non congrui evidenzia differenze molto elevate:nel settore dei professionisti si passa da un reddito medio di 77.700euro dei soggetti congrui a 34.400 euro dei non congrui, nellemanifatture dal reddito di 36.100 euro dei congrui ad una perdita di27.200 per i non congrui, nei servizi da un reddito di 36.000 euro deicongrui ad un reddito di 5.000 euro per i non congrui e nel commercioda un reddito di 29.100 euro per i congrui ad una perdita di 900 europer i non congrui.

Tutti i dati statistici e le analisi sulle dichiarazioni fiscali esugli studi di settore sono disponibili sul sito


1

Tale agevolazione, che permette di abbattere gli utili, è concessaalle imprese che acquistano da imprese appartenenti alla divisione 28della classificazione Ateco 2007 - Fabbricazione di macchinari edapparecchiature n.c.a.

2

Si ricorda che la normativa di riferimento del regime deicontribuenti minimi è stata recentemente cambiata, con effetti apartire dal 2012, dal DL 98/2011.

3

A seguito di affinamenti interpretativi sviluppati dall'Agenziadelle Entrate in merito alla sussistenza del requisito impositivodell'autonoma organizzazione (oggetto di diverse sentenze della SupremaCorte di Cassazione).

Roma 16/01/2012
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