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- Risposta all'articolo del prof. Giavazzi pubblicato dal Corriere della Sera l'8 febbraio 2003

Comunicato Stampa del 09/02/2003

Roma, 09 febbraio 2003

Risposta all'articolo del prof. Giavazzi pubblicato dal Corriere della Sera l'8 febbraio 2003

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze rende nota la lettera inviata al direttore del Corriere della Sera in risposta all'articolo del prof. Francesco Giavazzi, "Passaggi europei ad alto rischio", pubblicato ieri:

Signor Direttore,

l'articolo del prof. Francesco Giavazzi pubblicato ieri dal Corriere della Sera contiene, oltre a considerazioni come di consueto interessanti, alcune inesattezze che meritano una risposta. L'articolo solleva due questioni: 1) la modifica del sistema di voto della BCE, in vista dell'allargamento dell'UE e 2) una proposta della Commissione di modificare il Patto di Stabilità.

Sulla prima questione - il sistema di voto del Comitato direttivo della BCE - è il Trattato di Nizza, ratificato da tutti i Parlamenti nazionali, a prevedere che la proposta iniziale venga fatta dalla BCE stessa, o dalla Commissione europea. La proposta della BCE è stata trasmessa ufficialmente al Consiglio il 1° febbraio di quest'anno. Senza entrare nel merito della questione, che è ancora in corso di valutazione e che verrà discussa, insieme agli altri Paesi all'Ecofin di febbraio e di marzo, è opportuno sottolineare come la procedura preveda in ogni caso che, per essere adottata, la proposta debba essere approvata da tutti i Parlamenti nazionali. Il Parlamento italiano, come tutti i Parlamenti europei, sarà dunque chiamato prossimamente ad esprimersi su questa questione.

Per quel che riguarda invece una proposta della Commissione di "ammettere eccezioni alla soglia del 3% nel caso il deficit sia temporaneo e giustificato da una riforma strutturale", semplicemente non esiste. Nella sua comunicazione ufficiale sul rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche, disponibile sul sito dell'Unione ( http://europa.eu/index_it.htm), la Commissione fa una serie di proposte su come migliorare l'attuazione del Patto di Stabilità, senza modificarne le regole né il contenuto. Una di queste proposte è di valutare con flessibilità il concetto di "bilancio pubblico prossimo al pareggio o in surplus", prendendo in considerazione la situazione del ciclo economico, le politiche messe in atto dal Paese, in particolare quelle di riforme strutturali, e la sostenibilità delle finanze pubbliche in vista del processo di invecchiamento della popolazione. I margini di flessibilità che si stanno considerando non riguardano, come scrive il prof. Giavazzi, situazioni di deficit intorno o oltre il 3% del PIL, bensì Paesi con bilanci in pareggio. Una posizione, come è noto, non molto affollata.

Queste tematiche sono ancora in discussione e verranno affrontate al Consiglio Europeo di Bruxelles di metà marzo. Come di consuetudine, prima del vertice, il Presidente del Consiglio informerà in proposito il Parlamento. Come per la proposta sulla BCE, anche in questo caso non c'è quindi deficit di democrazia.

09/02/2003