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- Prodi sul nuovo numero di "Dalla Lira all'Euro"

Comunicato Stampa del 12/04/2001

Roma, 12 aprile 2001

Prodi sul nuovo numero di "Dalla Lira all'Euro"

"L'adozione della moneta unica ha già dimostrato le sue potenzialità garantendo crescita stabile in un contesto di inflazione contenuta, ma il valore della sua sfida non si ferma qui". Così si esprime il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, in un commento firmato per il n.7 del quindicinale del ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, "Dalla Lira all'Euro", in distribuzione dalla prossima settimana e che sarà disponibile sul portale Internet del ministero (www.tesoro.it) a partire da sabato 14 aprile.

Di seguito l'anticipazione del servizio:

"Ancora deve concretamente circolare ma da tempo ha fatto vedere di che pasta é fatto. L'adozione dell'euro ha già dimostrato le sue potenzialità garantendo crescita stabile in un contesto di inflazione contenuta, solo occasionalmente e marginalmente disturbata da fattori esterni come l'andamento dei prezzi petroliferi.

Ma il valore della sfida dell'euro non si ferma a questi pure importantissimi fattori; né si fermerà ai vantaggi che risulteranno evidenti a cittadini ed imprese a circolazione avvenuta. E' la prima volta che spariscono monete nazionali per consenso e non in seguito ad una guerra o alla dissoluzione di uno Stato. E' la prima volta che un processo di integrazione continentale parte dal basso, dalla gente. Più volte, nei secoli, il sogno di una riunificazione europea è stato tentato ma è stato tentato secondo la logica di una potenza egemone e di popolazioni dominate.

Non ci si è mai riusciti perché la strada dell'integrazione può passare solo attraverso il consenso, non attraverso la sopraffazione. E la stessa adozione della moneta spingerà di fatto verso ulteriori forme di sempre più stretta collaborazione tra i governi che dovranno garantirne forza e stabilità. Ma nello stesso tempo l'euro sarà un catalizzatore in cui, fisicamente, identificare un processo di integrazione europea che cresce tangibilmente e avvicina l'un l'altra le popolazioni dei Paesi che l'hanno adottato; cittadini di Paesi diversi ma che inizieranno ad avere interessi sempre più comuni, modelli sempre più convergenti, problemi ed interessi analoghi.

Questo non significa che si abbia l'obiettivo di fondere gli europei in unica realtà superstatale. Tutt'altro, è vero l'esatto contrario. In Europa non c'è una maggioranza potente ed una minoranza o più minoranze; in Europa ci sono solo minoranze, il rispetto per i diritti di ognuna e l'attenzione per ogni proposta. La forza dell'Europa è nelle sue

differenze. Il modello europeo di vita (l'european way of life), la sua cultura unitaria nascono e si rafforzano proprio nella valorizzazione delle differenze e delle specificità culturali delle popolazioni che la compongono e che nella casa comune si riconoscono. Tentare di uniformare queste diversità altro non comporterebbe che di causare crisi di rigetto.

Questa è la sfida dell'euro; ma questa è la sfida domani. Oggi l'euro rappresenta quella rivoluzionaria novità che consentirà, solo per citare alcuni esempi, alle aziende di risparmiare facendo un unico listino prezzi e non tanti quante le monete dei mercati di riferimento, ai cittadini di viaggiare senza doversi fornire di valute diverse con cambi continui, agli anziani di vivere in un contesto di bassa inflazione che non erode più il potere di acquisto. E' ovvio che questo sia anche il momento nel quale si avvertono gli irrazionali ma comprensibili timori che sempre precedono l'arrivo di ogni novità; è l'umana paura dell'ignoto che cessa quando l'ignoto smette di essere tale. Non manca molto al primo gennaio 2001 quando i cittadini potranno tenere le monete nelle loro tasche mentre tutte le aziende, piccole o grandi, hanno già dovuto rigorosamente ed inderogabilmente mutare ogni forma contabilità in euro.

Alla fine di gennaio, il conio delle monete in euro aveva già superato il 60% del fabbisogno complessivo; la produzione di banconote avviata nel luglio del 1999 (con l'esclusione della Grecia dove è partita nell'autunno del 2000) procede. E non è un'impresa facile se si considera che le banconote complessivamente saranno circa 15 miliardi per i dodici Paesi interessati. Ancora pochi mesi e finalmente vedremo che bestia è questo euro.

12/04/2001