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- Trimestrale di cassa

Comunicato Stampa del 04/04/2001

Roma, 4 aprile 2001

Trimestrale di cassa

Il Ministro del Tesoro, del Bilancio e delle Programmazione Economica Vincenzo Visco ha firmato oggi la relazione sulla stima del fabbisogno di cassa per l'anno 2001 e situazione di cassa al 31 dicembre 2000.

Il testo è stato inviato in Parlamento.

Riportiamo di seguito una sintesi dei principali risultati del documento.

Il consuntivo 2000 della finanza pubblica

I risultati conseguiti nel 2000 sul fronte dei conti pubblici sono stati positivi .

L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al PIL, si è ridotto dall'1,8 allo 0,3 per cento; al netto del provento dell'assegnazione delle licenze UMTS, l'indebitamento netto è risultato nel 2000 pari all'1,5 per cento.

Il saldo primario, prescindendo sempre dai proventi UMTS, è risultato come per il 1999 pari al 5,0 per cento, in linea con l'obiettivo.

Va, inoltre, sottolineato l'ulteriore aumento dell'avanzo corrente delle Amministrazioni pubbliche la cui incidenza sul PIL si è accresciuta dall'1,6 all'1,8 per cento.

La spesa corrente al netto degli interessi ha registrato un aumento del 3,4 per cento, mentre la spesa per interessi è cresciuta dallo 0,9 per cento vedendo comunque scendere la sua incidenza sul PIL dal 6,7 al 6,5 per cento.

Le uscite in conto capitale sono risultate pari a miliardi 82.657, livello leggermente inferiore a quello del 1999 anno nel quale, va ricordato, si era avuta la restituzione di quota del cosiddetto "tributo per l'Europa" per un importo di circa 1.900 miliardi.

La pressione fiscale complessiva (imposte dirette, in conto capitale e contributo sociali) si è ridotta di 0,6 punti percentuali passando dal 43,0 per cento del 1999 al 42,4 per cento del 2000 grazie anche al provvedimento di riduzione delle aliquote nel settembre 2000 reso possibile dal recupero di base imponibile conseguente alla riforma dell'Amministrazione finanziaria, agli studi di settore, al versamento unificato e alla informatizzazione e integrazione degli Uffici.

Merita segnalare che la riduzione della pressione fiscale si è accompagnata a una forte accelerazione dei rimborsi.

Il rapporto debito-PIL ha proseguito la discesa passando dal 114,5 del 1999 al 110,2 del 2000.

Le previsioni per il 2001

I valori di riferimento, come è indicato nell'aggiornamento della Relazione Previsionale e Programmatica attualmente in corso di stampa, stimano un PIL monetario in crescita del 5,4 per cento e del PIL reale pari al 2,5 per cento; l'inflazione al 2,3 per cento; l'occupazione in crescita dell'1,3 per cento.

Le previsioni per il 2001 confermano inoltre il rapporto deficit-PIL per le pubbliche amministrazioni pari all'1,0% continuando l'azione di risanamento strutturale della finanza pubblica, condizione essenziale per la stabilità finanziaria del nostro paese. Il percorso della finanza pubblica italiana si svolge quindi nel rispetto pieno degli accordi internazionali e del patto di stabilità e crescita.

Le spese complessive crescono del 3,9%: una percentuale notevolmente inferiore alla crescita del reddito monetario. La pressione tributaria e contributiva scende dal 42,4 al 42,0 per cento. Il rapporto debito-PIL è previsto scendere al 106,2 per cento, un altro passo verso l'obiettivo del 100% previsto per il 2003.

Nel 2001 continua la crescita del risparmio pubblico che è in grado di finanziare oltre il 52 per cento delle spese in conto capitale.

Uno sguardo di sintesi al quinquennio 1996-2001

Nel quinquennio dal 1996 al 2001 la finanza pubblica italiana ha mostrato radicali miglioramenti, il deficit delle Amministrazioni pubbliche, pari al 7,1 per cento nel 1996 scende all'1,0 per cento nel 2001, il rapporto debito-PIL scende dal 122,6 al 106,2 per cento, la pressione fiscale dal 42,5 al 42,0 per cento. Scende anche in modo rilevante la pressione dei contributi sociali sui redditi da lavoro: una quota di PIL dal 15,0 al 12,6 per cento.

L'incidenza delle spese correnti al netto degli interessi sul PIL scende dal 37,6 al 36,7 per cento, gli interessi sul debito pubblico dall'11,5 al 6,2, la spesa pubblica complessiva scende dal 52,9 al 46,6 per cento.

Il miglioramento realizzato ha caratteri strutturali ed è avvenuto in un quinquennio di relativamente bassa crescita del PIL reale. Esso offre al Paese e ai prossimi Governi uno scenario di stabilità nella quale la politica economica - la scelta tra possibili opzioni di sviluppo del sistema pubblico dell'economia - potrà esercitarsi al di fuori delle ipotesi di crisi, e delle preoccupazioni che ancora la caratterizzavano prima del 1996.

AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE: dati sintetici in rapporto al pil

  1996 1997 1998 1999 2000 2001 (stime)
Entrate tributarie 27,4 29,2 30,1 30,2 29,7 29,4
Contributi sociali 15,0 15,3 12,8 12,8 12,7 12,6
Pressione fiscale 42,5 44,5 42,9 43,0 42,4 42,0
Altre entrate correnti e c/capitale 3,3 3,5 3,5 3,7 3,3 3,6
Entrate totali 45,8 48,0 46,4 46,7 45,8 45,6
Spese correnti al netto interessi 37,6 37,9 37,4 37,8 37,1 36,7
Interessi passivi 11,5 9,4 8,0 6,7 6,5 6,2
Totale spese correnti 49,1 47,2 45,5 44,6 43,6 43,0
Spese in c/capitale (netto UMTS) 3,8 3,5 3,8 3,9 3,7 3,7
Totale spese complessive (netto UMTS) 52,9 50,7 49,2 48,4 47,3 46,6
Saldo netto (netto UMTS) -7,1 -2,7 -2,8 -1,8 -1,5 -1,0
Saldo primario (netto UMTS) 4,4 6,7 5,2 5,0 5,0 5,2
Debito pubblico 122,6 120,1 116,2 114,5 110,2 106,2
04/04/2001