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- Dichiarazione del ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica Vincenzo Visco

Comunicato Stampa del 19/03/2001

Roma, 19 marzo 2001

DICHIARAZIONE DEL MINISTRO DEL TESORO

DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

VINCENZO VISCO

"Il pressappochismo e la superficialità con cui l'onorevole Berlusconi affronta i problemi economici, e quelli fiscali in particolare, è sempre più evidente. E' sufficiente fare due esempi in relazione alle sue affermazioni al convegno di Parma. Il primo riguarda la promessa della riduzione dell'IRPEG ad un'unica aliquota del 33%. Forse l'onorevole Berlusconi non sa che all'IRPEG si applicano oggi due aliquote, una del 19% e una del 36% (quest'ultima scenderà ulteriormente al 35%) e che quindi l'incidenza complessiva deriva da una media ponderata delle due aliquote. Ora, sulla base dei dati pubblicati dal Ministero delle Finanze relativamente alle dichiarazioni dei redditi delle società di capitali riguardanti il 1998, risulta che le imprese in utile avevano pagato in quell'anno imposte IRPEG più IRAP pari al 38,1%. Ciò significa che già in quell'anno al netto dell'IRAP (4,25%) le società di capitali pagavano un'IRPEG compresa tra il 33 e il 34%. Dopo due anni di applicazione ulteriore della Dit (Dual income tax) è probabile che l'incidenza media dell'IRPEG risulti oggi inferiore al 33%. In verità, la progressiva andata a regime della Dit farà sì che sulle imprese italiane, nel giro dei prossimi 5 anni, l'incidenza dell'IRPEG scenda ben sotto il 30%.

Inconsapevolmente, quindi, Berlusconi propone di aumentare l'IRPEG sulle imprese.

Il secondo esempio riguarda la riattivazione della legge Tremonti. Berlusconi sembra non sapere che esiste già da alcuni anni una legge, la cosiddetta "Visco" che il Parlamento ha recentemente prorogato, che consente una detassazione molto robusta degli utili reinvestiti ai quali si applica esclusivamente l'aliquota ridotta al 19%.

È bene ricordare che la legge "Tremonti" (che in realtà era un credito di imposta sugli investimenti anche finanziati con debito, e non una detassazione degli utili reinvestiti) riduceva l'imposizione sulle società dal 53,2% al 37%. Chiunque può facilmente verificare quale delle due normative sia più conveniente. E' evidente, inoltre, che una riedizione della "Tremonti" comporterebbe l'eliminazione della "Visco", a cui hanno fatto ricorso tutte le imprese che hanno effettuato investimenti nel '99 e nel 2000, e quindi interferirebbe in modo negativo sui piani di investimento già predisposti dalle imprese. Del resto anche l'ex presidente della Confindustria Fossa dichiarò più volte che "la Visco è meglio della Tremonti": ma anche questo evidentemente Berlusconi non lo sa.

19/03/2001