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- Nuovo numero della newsletter "Dalla Lira all'Euro"

Comunicato Stampa del 15/03/2001

Roma, 15 marzo 2001

Nuovo numero della newsletter "Dalla Lira all'Euro"

La scadenza dell'euro è alle porte. Tra meno di 10 mesi ci troveremo tutti - banche, imprese, consumatori, istituzioni - a maneggiare la nuova moneta. Al problema dei registratori di cassa ancora da convertire alla valuta unica, dedica un ampio servizio il n.5 di "Dalla Lira all'Euro", il quindicinale sulla transizione del ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica che, a partire da sabato 16 marzo 2001, sarà in distribuzione e reperibile sul sito Internet del ministero, www.tesoro.it. L'articolo è corredato da un contributo a firma del presidente della Confcommercio, Sergio Billé, che condivide i timori per i ritardi da parte delle imprese della distribuzione e lancia un appello ai negozianti a non perdere ulteriore tempo. Ecco l'anticipazione del suo intervento.

"Non nascondo una certa preoccupazione, peraltro condivisa da altri autorevoli esperti della materia, circa il ritardo dei Paesi dell'Uem sul grado di preparazione alla nuova valuta. Ma il dato più preoccupante è che oggi soltanto il 30 per cento degli operatori commerciali, come risulta da una recente indagine, è sufficientemente informato. C'è il rischio che anziché fare i conti "in euro", ci troveremo a dover fare i conti "con l'euro".

Non possiamo più permetterci di attendere. E' necessario predisporre in tempi brevi un progetto preciso e articolato che preveda, accanto alla formazione e all'informazione, la realizzazione di adeguate infrastrutture.

Penso, ad esempio, all'adeguamento dei registratori di cassa delle imprese commerciali.

Dei circa 850mila apparecchi installati in Italia, meno della metà soltanto - 350mila per l'esattezza - sono predisposti per l'euro. Un dato allarmante considerando che, avvicinandoci alla scadenza, la rincorsa agli aggiornamenti dell'ultimo minuto e la capacità delle aziende costruttrici di soddisfare i picchi di domanda rischiano di creare una sorta di affogamento tecnologico-produttivo.

All'esercente, che alla data del 1° gennaio 2002, non sarà in grado di emettere scontrini in euro, si profileranno due alternative: tenere chiusa la sua attività o subire le sanzioni previste per la mancata emissione di scontrini fiscali.

Ma questo non è l'unico problema. Riteniamo indispensabile che imprese e consumatori possano disporre anticipatamente di un certo quantitativo di monete e banconote in euro per evitare il possibile collasso nelle transazioni finanziarie che si profila nei primi giorni del 2002.

Intorno all'euro, insomma, si muove un complesso ed ampio meccanismo nel quale le imprese possono e devono trovare spazi e opportunità per ripensare il loro posizionamento e valorizzare ulteriormente il proprio ruolo strategico in un mercato in continua evoluzione ed espansione.

In questa direzione rientra il nostro recente accordo di partnership con la Banca d'Italia per la realizzazione di iniziative di formazione e informazione sul territorio nell'ambito della "Campagna di informazione euro 2002" promossa dal Sistema Europeo delle Banche Centrali".

15/03/2001