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Discorso del ministro Giovanni Tria alla cerimonia di apertura della 42^ sessione del Consiglio dei governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD)

14/02/2019

Questo è il testo del discorso tenuto dal ministro Tria in occasione della cerimonia di apertura della 42^ sessione del Consiglio dei governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD).
 

È per me un onore e un piacere partecipare a questo importante appuntamento annuale, e constatare la presenza e la partecipazione di così tanti stakeholders, a testimonianza dell’interesse sempre vivo e del supporto per il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo.

Questa quarantaduesima sessione del Consiglio dei Governatori è particolarmente significativa, non solo perché il tema che domina i lavori – Innovazione rurale e imprenditoria – è di straordinaria attualità, ma anche perché, innovazione e imprenditoria sono gli strumenti chiave per scardinare il circolo negativo della povertà.

Il Consiglio di quest’anno ci offre anche l’occasione per riflettere e discutere sulla più recente ricostituzione delle risorse – IFAD 11 –, che si è conclusa un anno fa, proprio nel mese di febbraio, con la conferma di obbiettivi ambiziosi in termini di assistenza alle popolazioni e ai paesi ove più è sentita la povertà rurale, riaffermando al tempo stesso l’esigenza di valorizzare ulteriormente il ruolo del Fondo e di realizzare un costante miglioramento della struttura, dell’organizzazione e delle strategie dell’ Istituzione.

Nell’anno trascorso il Fondo ha fatto progressi, perseguendo con decisione l’obbiettivo di potenziare la sua rete di uffici all’estero, dotandosi di nuovi strumenti di gestione e pianificazione strategica, promuovendo la revisione delle procedure e dei processi di gestione dei rischi che inevitabilmente si manifestano nell’attività di supporto alla piccola imprenditoria agricola nelle aree più remote del globo.

Soprattutto, l’IFAD ha continuato a realizzare un piano ambizioso ma molto concreto di assistenza ai paesi più fragili e bisognosi.

Saranno proprio questi i temi degli importanti dibattiti e confronti di queste due importanti giornate, cui si accompagneranno le riflessioni sul riposizionamento delle politiche e degli strumenti per lo sviluppo del sistema delle Nazioni Unite.

L’essere il paese ospitante del suo polo agroalimentare è ed è sempre stato per noi motivo di orgoglioin quanto l’agroalimentare è da sempre una componente importantissima della cultura, della ricerca scientifica e dell’economia Italiana e ne conosciamo il valore e l’utilità.

La nostra attenzione verso l’IFAD non si limita alla mera contribuzione. Apprezziamo il focus dell’IFAD e la capacità di incidere sui bisogni della piccola imprenditoria agricola e sulla povertà rurale. Siamo particolarmente sensibili all’opera svolta in Africa e in particolare nel Nord di quel continente. La presenza dell’IFAD è importante ovunque le trasformazioni strutturali in corso nelle economie in via di sviluppo si accompagnano a una riduzione del peso specifico dei settori agricoli, spesso causando – tra i molteplici effetti – anche le migrazioni.

Oggi più che mai gli obbiettivi di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione sono attuali, eda realizzarecon urgenza, non solo perché punti cardine dell’Agenda 2030 ma soprattutto perché la loro realizzazione attraverso investimenti in conoscenze, miglioramento della produzione, sviluppo dell’accesso ai mercati, innovazione e ricerca, favorirà una crescita economica sostenibile e inclusiva.

E’ per questo che è urgente adoperarsi per realizzare anche il superamento di quelle incrinature che iniziano ad essere visibili nell’edificio della cooperazione internazionale, alimentate, a volte,da un senso di disaffezione nei confronti delmultilateralismo. Ci auspichiamo da sempre che le Istituzioni multilaterali sappiano unire gli sforzi e lavorare come un vero e proprio “sistema”, capitalizzando le proprie specificità e punti di forza e rinunciando a competere tra loro in termini di risorse finanziarie. L’attuale strategia dell’IFAD, che dà maggior respiro alla cooperazione e al co-finanziamento, muove nella giusta direzione.

Il mondo continua a confrontarsi con povertà, fragilità e calamità naturali.

Da IFAD, come istituzione dedicata a facilitare lo sviluppo rurale ci aspettiamo che sappia perseguire con efficacia ed efficienza il suo mandato, rimanendo focalizzata sulle sue aree di vantaggio competitivo, facendo leva sui suoi punti di forza: uno staff dedicato, un bagaglio di conoscenze e di capacità accumulato in tanti decenni di operatività, il supporto dei suoi membri.

Per un'organizzazione che non ha le dimensioni di altre istituzioni multilaterali, è essenziale continuare a coltivare la capacità di mantenere vivo e dinamico il rapporto con i propri stakeholders, e riuscire a porsi come istituzione abile nell’adattare il modo in cui interpreta il suo ruolo, confrontandosi con un quadro esterno in rapida evoluzione.

Sarà importante, quindi, dimostrare di avere la capacità di realizzare risultati credibili e misurabili.

Ci attendiamo dunque dalla ristrutturazione e dal potenziamento della reteuna serie di risultati tangibili anche in termini di coinvolgimento di nuovi stakeholders e di potenziamento della cooperazione con stati membri e altre agenzie, sia all’interno che all’esterno del sistema delle Nazioni Unite.

Ci attendiamo dalla revisione e dal miglioramento delle procedure interne di gestione dei programmi di prestiti e doni e di quelle di controllo dei rischiun miglioramento in termini di efficienza interna e una tensione costante verso la qualità dei progetti, entrambe essenziali per dare evidenza di una migliorata capacità di incidere e di rispondere alla domanda di assistenza e di conoscenze che proviene dai beneficiari.

Realizzare questo obbiettivo è essenziale anche per garantire al Fondo una maggiore visibilità da parte di potenziali partners del settore privato.

Ci attendiamo infine che siano tangibili i progressi nella riconfigurazione dell’architettura finanziaria del Fondo, taluni dei quali urgenti, tutti necessari soprattutto in un’ottica di più lungo periodo, per assicurare la sostenibilità finanziaria sia nella presente configurazione, sia nel caso in cui altre forme di finanziamento dovessero venire gradualmente introdotte in aggiunta alle contribuzioni a dono (che dovrebbero continuare a rimanere la principale fonte di risorse per l’IFAD).

Quanto auspicato non potrà realizzarsi in tempi contenuti se dovesse mancare un deciso sostegno da parte dei paesi membri.

È indubbio che sfide più impegnative in un contesto esterno in costante evoluzione, proprio mentre l’istituzione è impegnata nella profonda rivisitazione di strategie, processi e strumenti operativi, non possono prescindere anche dalla realizzazione di progressi e miglioramenti nell’ambito delle funzioni di controllo ed indirizzo proprie del Board.

Il processo di riforma e il perseguimento dell’innovazione – orientati entrambi a proporre soluzioni che contribuiscano ad incrementare l’efficacia del Fondo – richiedono la piena consapevolezza che l’azione dell’organo di governo deve saper incidere – rispettando le reciproche competenze tra Board e management – sul complesso delle coordinazioni istituzionali: gestione finanziaria eutilizzo delle risorse, organizzazione interna, e strategie di medio lungo termine.

Vorrei anche ricordare in questa occasione, che ne testimonia l’importanza, come l’unicità dell’IFAD debba continuare a venire valorizzata all’interno del Polo romano delle Nazioni Unite.

L’Italia, come paese pro-attivamente ospite del Fondo e dell’intero Polo agro-alimentare dell’ONU, è molto lieta che un vasto consenso si sia affermato nella membership a favore di una crescente sinergia e interazione tra le tre “RBAs”, che stanno rispondendo a questi input con una sensibilità a sua volta crescente.

In un sistema – sviluppo dell’ONU riposizionato su decisione dell’Assemblea Generale e su impulso del Segretario Generale, la realizzazione di un vero e proprio Hub per l’alimentazione e l’agricoltura a Roma gioverà senz’altro alla coerenza ed efficacia complessiva delle Nazioni Unite verso gli Obiettivi posti dall’Agenda 2030.

Infine, al Presidente Houngbo desidero esprimere il supporto e l’apprezzamento del Governo Italiano per l’opera che sta svolgendo, con tenacia e con dedizione, per realizzare non solo un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’Istituzione, ma piuttosto un vero e proprio progetto di riposizionamento del Fondo all’interno del panorama della cooperazione multilaterale, che è reso impegnativo dal complesso periodo storico che stiamo attraversando.
Grazie.

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