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Audizione del ministro Gualtieri sulle misure economiche adottate dal Governo per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 [Commissioni Bilancio di Camera e Senato] - 24 marzo 2020

24/03/2020

Signori Presidenti, onorevoli senatori e deputati, buon pomeriggio.

Per prima cosa vorrei rivolgere un pensiero speciale alle vittime di questa pandemia, alle loro famiglie e a tutti gli operatori della sanità, ma non solo, che stanno offrendo assistenza e conforto ai malati e ci stanno aiutando in prima linea in questa difficilissima impresa.
II provvedimento, di cui oggi prospetterò le linee generali, è finalizzato ad attenuare l’impatto dello shock determinato dall’intensificarsi dell’epidemia di COVID-19, sulla scia degli altri tre primi decreti-legge già emanati e per sostenere e rafforzare la capacità di risposta del nostro sistema sanitario e della protezione civile.
Il decreto-legge emanato il 17 marzo u.s. utilizza a pieno il margine di 25 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare (20 miliardi in termini di indebitamento netto della pubblica amministrazione) autorizzato dal Parlamento la scorsa settimana, individuando quattro ambiti principali di intervento (a cui si aggiungono una serie di interventi più specifici):

  1. il potenziamento del sistema sanitario,
  2. la protezione del lavoro e dei redditi,
  3. il sostegno alla liquidità delle imprese e delle famiglie e
  4. la sospensione delle scadenze per il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali ed assistenziali.

L’effettivo impatto economico del decreto è molto superiore a quanto indichino queste risorse, per la sola componente liquidità l’effetto volano è fino a 340 miliardi di euro in termini di crediti all’economia, in favore in particolare micro (le cc.dd. partite IVA) piccole e medie imprese (PMI).
Naturalmente, il Governo è consapevole che, per quanto riguarda la conversione del decreto, il margine di intervento Parlamentare è limitato dal fatto che è stato utilizzato tutto il margine di indebitamento autorizzato dal Parlamento stesso e quindi appare limitato prevalentemente al miglioramento delle misure previste. Siamo anche pienamente consapevoli che questo decreto costituisce solo il primo di una serie di misure e quindi siamo già impegnati nel definire i contenuti del prossimo provvedimento, il “decreto aprile”, che contiamo sia operativo anche prima della conclusione dell’iter parlamentare del “decreto marzo”. Siamo interessati al contributo di tutte le forze politiche e sociali alla definizione dei contenuti, dell’orientamento e della dimensione di queste successive misure.
Per altro, il primo decreto recepisce molte delle proposte che sono venute dalle parti sociali, dai diversi livelli territoriali di governo e dalle forze di maggioranza e opposizione, che ringrazio ancora per il loro contributo. E questo metodo deve non solo proseguire per la predisposizione del “decreto aprile”, ma rafforzarsi e divenire più strutturato.
Nel prossimo decreto terremo conto delle ulteriori misure restrittive che sono state adottate nei settori produttivi per contenere la diffusione del contagio, che riteniamo misure necessarie che ci consentiranno auspicabilmente di rafforzare l’azione di contenimento della pandemia.
Ritengo, quindi, necessario ribadire che questo provvedimento non esaurisce la strategia di sostegno e di rilancio dell’economia. Il Governo continuerà a sostenere il sistema-paese per tutto il tempo necessario ed è impegnato a rafforzare la dimensione comune ed europea di questo impegno. Ho appena partecipato al G7 dei ministri dell’Economia e delle Finanze e anche il comunicato che abbiamo approvato è molto netto e deciso nell’indicare misure molto incisive di natura fiscale e di bilancio, che molti paesi stanno adottando e che ricalcano lo schema del nostro decreto e che dovranno continuare ad adottare per la durata della pandemia.

Quadro macroeconomico
Parlando del Quadro macroeconomico in cui si inserisce questo decreto, è bene sottolineare che prima dell’emergenza Coronavirus, gli indicatori disponibili relativi al mese di gennaio segnalavano un deciso aumento della produzione, del fatturato e degli ordinativi industriali nonché delle esportazioni e dell’attività delle costruzioni rispetto agli ultimi tre mesi del 2019. Anche gli indicatori di finanza pubblica erano in notevole miglioramento come dimostra il dato dell’indebitamento netto 2019 pari all’1,6%, contro il 2,2% previsto. E anche per quanto riguarda la proiezione di questo dato sul 2020, che ci indicava, sulla base del precedente quadro macroeconomico, un deficit inferiore al 2% per il 2020. È bene ricordarlo per essere consapevoli che l’emergenza ha colpito duramente la nostra economia, in un momento in cui stavamo lasciando alle spalle le difficoltà e le tensioni dell’ultimo periodo.
In questi giorni, i principali previsori stanno rivedendo al ribasso le loro stime, con un’ampia variabilità tra le proiezioni.
Al momento, l’incertezza che caratterizza l’attuale contesto rende difficile delineare un affidabile quadro di previsioni, perché naturalmente oggi la priorità è ancora rappresentata dal contrasto alla diffusione dell’epidemia e le variabili sono ancora molte per quanto riguarda la sua profondità e durata. Siamo al lavoro perché con il prossimo DEF si chiariscano le prospettive per la nostra economia nel quadro di una piena assunzione dell’impatto di questa crisi e della prospettiva di una successiva normalizzazione e delle iniziative straordinarie che intendiamo lanciare per dare slancio alla ripresa.
Gli indicatori a nostra disposizione suggeriscono che, dopo una forte partenza in gennaio e una modesta flessione in febbraio, il PIL abbia subito una forte contrazione in marzo. Ipotizzando una continuazione delle difficoltà, che appare ampiamente prevedibile, anche in aprile e solo un graduale miglioramento nei due mesi successivi, il primo semestre registrerebbe una elevata contrazione del PIL in termini reali.
Con una decisa ripresa nella seconda metà dell’anno, la contrazione media del PIL nel 2020 sarebbe di qualche punto percentuale, grave ma pienamente gestibile e recuperabile. Questo lo scenario di base su cui stiamo aggiornando le proiezioni ufficiali di finanza pubblica, pur non trascurando di analizzare scenari più sfavorevoli, anche in funzione di diversi profili temporali dell’epidemia.
Il provvedimento che stiamo esaminando si compone di questi quattro pilastri ed è diventato un po’ lo standard di tutti gli interventi a livello internazionale.

Il potenziamento del settore sanitario

Le risorse stanziate aggiuntive per Il Servizio Sanitario Nazionale e la Protezione civile ammontano a circa 3,2 miliardi per garantire personale, strumenti e mezzi necessari per assistere le persone colpite dalla malattia e per la prevenzione, la mitigazione e il contenimento dell’epidemia.

Quanto alle risorse per il sistema sanitario, lasciatemi chiarire che questo Governo, con l’ultima legge di bilancio, è intervenuto in modo deciso, quasi raddoppiando le risorse incrementali a disposizione di questo settore rispetto a quanto fatto negli ultimi anni. Nel biennio 2020-2021 è stato previsto un incremento medio annuo del finanziamento del SSN pari a circa 2 miliardi di euro l’anno, a fronte di un incremento medio annuo che nell’ultimo decennio è stato pari a 1,1 miliardi di euro. In quel periodo le risorse erano aumentate, ma in media meno del tasso di crescita del PIL nominale. Da questo punto di vista abbiamo impresso una significativa correzione di rotta, che poi con questi interventi aggiuntivi stiamo ulteriormente e doverosamente rafforzando. Penso che il tema del rafforzamento strutturale del sistema sanitario nazionale sia uno degli insegnamenti che questa crisi ci lascia e che dovrà caratterizzare le politiche pubbliche. Pur ricordando e sapendo che questo Governo, sin dal suo insediamento, si era caratterizzato per un incremento delle risorse molto significativo, il più alto degli ultimi anni.
Tornando all’attualità, sono incrementate le disponibilità per il 2020 del Fondo sanitario (+1,4 miliardi di euro) e del Fondo per le emergenze nazionali (+1,7 miliardi di euro). Ricordo le 20.000 assunzioni di personale, in parte già deliberate, la semplificazione delle procedure per reclutamento in deroga alle regole alla normativa del pubblico impiego, gli straordinari del personale sanitario finanziati con 250 milioni di euro, il potenziamento del personale medico e infermieristico militare e dell’INAIL, lo stanziamento in favore dell’Istituto Superiore di Sanità, il rafforzamento della rete di assistenza territoriale della medicina di base, prevedendo la possibilità di conferire incarichi provvisori a laureati abilitati, iscritti al corso di formazione di medicina generale o ai corsi di specializzazione.
Tutte misure che stanno già dando i primi riscontri positivi.
In 24 ore l’operazione “medici per la Protezione civile” ha ricevuto oltre 7.900 candidature; a Milano, l’Hotel Michelangelo, in chiusura da tempo, grazie a un accordo con la proprietà è stato messo a disposizione del Comune; su iniziativa dei ministri per l'innovazione tecnologica, dello Sviluppo Economico, dell'Università e della Ricerca e di Invitalia è stato lanciato il progetto “Innova per l'Italia” per invitare il mondo delle attività produttive, dell’università e della ricerca a contribuire nell’individuazione di soluzioni nell’ambito dei dispositivi per la prevenzione, della diagnostica e del monitoraggio. Infine, ricordo gli oltre 100 mila volontari che ogni giorno sono impegnati nella consegna domiciliare di alimenti e farmaci, nel montaggio delle tende pre-triage, nella distribuzione di mascherine.
Ci sono misure che consentono anche di ricorrere, se necessario, al contributo del settore privato, nuovi incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici. E l’insieme di queste misure di politica industriale e di sostegno alla ricerca è un segno di riconoscimento della valenza strategica della produzione nazionali di beni e servizi sanitari.
Inoltre, per favorire l’importazione da Paesi terzi di beni necessari a fronteggiare l’emergenza sanitaria, abbiamo tempestivamente e per primi chiesto alla Commissione europea l’autorizzazione all’esonero da IVA e dazi doganali per le importazioni di apparecchi e dispositivi medici, mascherine, attrezzatture sanitarie, medicine, donate o acquistate dalla Protezione Civile o da enti pubblici o altri enti con finalità caritatevole. Una richiesta accolta dalla Commissione europea che ha sollecitato anche gli altri Stati membri a seguire l’esempio italiano.

La protezione del lavoro e dei redditi
Venendo al secondo pilastro, il decreto-legge articola gli interventi di protezione del lavoro e dei redditi per oltre 11 miliardi lungo tre direttrici:

  1. ammortizzatori sociali,
  2. sospensione dei licenziamenti,
  3. misure specifiche per determinate categorie di lavoratori.

L’obiettivo è fare di tutto per ridurre l’impatto sull’occupazione e sulle attività produttive dell’emergenza. L’intervento è orientato, a semplificare le procedure e ad allargare l'ambito soggettivo di applicazione delle misure di sostegno a tutti i settori produttivi, per assicurare un’ampia possibilità di ricorso ai diversi strumenti di protezione e assistenza.

La Cassa Integrazione in deroga viene estesa all’intero territorio nazionale, per tutti i dipendenti, di tutti i settori produttivi. I datori di lavoro, tra cui anche le aziende con meno di 5 dipendenti, che sospendono o riducono l’attività a seguito dell’emergenza epidemiologica, possono ricorrere alla cassa integrazione guadagni in deroga, indicando la nuova causale “COVID-19” e questo strumento è esteso anche alle imprese che già beneficiano della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria.
Il Ministero dell’economia ha dato il suo concerto al Ministero del Lavoro. Il decreto di riparto, che è stato preparato con grande celerità dal Ministero del Lavoro, dovrebbe essere stato firmato proprio in questo momento.
Si rafforza anche il Fondo di integrazione salariale (FIS) che, erogherà l’assegno ordinario anche ai lavoratori di aziende da 5 a 15 addetti, mentre per le aziende con un numero di dipendenti superiore a 15 è prevista una deroga al limite del tiraggio.
Infine, si garantisce l’erogazione dell’assegno ordinario da parte dei Fondi di solidarietà bilaterali alternativi.
Siamo impegnati per fare in modo che l’erogazione di questi ammortizzatori il più veloce possibile.
Complessivamente agli interventi ulteriori rispetto alla cassa integrazione in deroga sono destinati circa 1,8 miliardi. Ma è evidente che queste risorse saranno ulteriormente rafforzate perché siano sempre adeguate e sufficienti riguardo all’impatto delle nuove misure di restrizione e agli sviluppi più generali dell’epidemia e di conseguenza dell’attività economica nel Paese.
Si è intervenuti per assicurare un sostegno al reddito per i lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione in deroga, quindi, tutti i lavoratori autonomi, professionisti e co.co.co. iscritti alla gestione separata INPS, gli autonomi iscritti alle gestioni speciali INPS, i cosiddetti “ordinisti” e i lavoratori stagionali per i quali la stagione non è ancora iniziata, inclusi quelli del settore del turismo e degli stabilimenti termali, dell’agricoltura, del settore dello spettacolo e delle associazioni sportive.
Abbiamo previsto un fondo con cui copriremo la maggior parte possibile degli esclusi da queste categorie. Il beneficio consiste in un contributo di 600 euro per il mese di marzo non tassabile. A tale intervento sono destinati complessivamente oltre 3 miliardi di euro.
Si tratta di risorse adeguate a fare in modo che il beneficio venga riconosciuto a tutta la platea dei lavoratori autonomi.
Ricordo quanto chiarito dall’INPS ovvero che non c’è nessun cosiddetto “click-day”, inteso come una finestra unica dentro la quale si possono fare domande di prestazioni, le domande saranno aperte a tutti.
Il decreto interviene anche in tema di licenziamenti, prevedendone la sospensione. Misure specifiche sono, inoltre, rivolte a particolari categorie di lavoratori che svolgono attività essenziali e non sono coperti dalla sospensione delle attività (congedi, bonus babysitting, potenziamento Legge 104, premio di 100 € e c’è anche un credito di imposta per interventi di sanificazione e di miglioramento della sicurezza sul lavoro).

Sostegno alla liquidità delle famiglie e delle imprese
Come noto, il primo intervento è quello di moratoria sui prestiti, del quale possono beneficiare tutto il sistema delle PMI nella sua accezione più ampia, vale a dire le micro, piccole e medie imprese, ma anche i professionisti e i lavoratori autonomi titolari di partita IVA. Con essa si dispone che, in seguito ad un’apposita comunicazione dell’impresa interessata, le banche debbano:

  • sospendere sino al 30 settembre le rate di muto e i prestiti non rateali in scadenza sino a quella data;
  • mantenere disponibili le somme non ancora utilizzate delle aperture di credito a revoca esistenti alla data del 29 febbraio 2020, o alla data del 17 marzo se di importo superiore. Per quanto riguarda gli importi già utilizzati delle suddette aperture e anticipi, essi non possono essere revocati dalla banca o dall’intermediario finanziario, neanche in parte fino al 30 settembre 2020. La misura riguarda prestiti e aperture di credito per circa 220 miliardi di euro. A fronte dell’estensione della durata dei prestiti in essere e delle nuove risorse che vengono fornite consentendo di “tirare” le aperture di credito, lo Stato riconosce alle banche e agli altri intermediari una garanzia su un terzo dei finanziamenti soggetti a moratoria.

La moratoria è immediatamente efficace ed operativa e vi può ricorrere anche l’impresa che ha già ottenuto misure di sospensione o di ristrutturazione dello stesso finanziamento nell’arco dei 24 mesi precedenti.
Vorrei osservare che la moratoria funge da rete di sicurezza per rispondere prontamente all’eccezionalità e urgenza di liquidità per le PMI, nell’immediato. Ma che va vista in combinazione, in un rapporto di complementarietà nel breve termine e potenzialmente di sostituzione nel medio termine, con il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, che è stato potenziato nei mezzi e nelle modalità operative per poter intervenire in maniera più strutturale e di lungo periodo a sostegno delle PMI, e non solo.
Questo Fondo viene infatti potenziato per 1,5 miliardi, che si aggiungono alle risorse già stanziate in manovra di bilancio e che potranno essere utilizzati anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti. L’insieme delle risorse disponibili consentirà di erogare garanzie per più di 100 miliardi complessivi. Vengono inoltre previste modifiche alle modalità di accesso e di gestione delle procedure, riguardanti:

  1. la gratuità per tutti della garanzia del Fondo;
  2. l’innalzamento dell’importo massimo garantito a 5 milioni di euro;
  3. l’incremento della garanzia all’80% per tutti i finanziamenti per i prestiti fino a 1,5 milioni di euro con le risorse del Fondo, e sino a 5 milioni di euro dove intervengono le sezioni speciali;
  4. l'ammissibilità alla garanzia anche di operazioni di rinegoziazione del debito;
  5. l'allungamento automatico della garanzia nell'ipotesi di moratoria o sospensione del finanziamento, prevista per norma o su base volontaria, correlata all'emergenza coronavirus;
  6. la riduzione delle procedure di valutazione ai soli profili economico – finanziari, escludendo verifiche in Centrale rischi, credit bureau ed eventi pregiudizievoli per l’accesso al Fondo, al fine di ammettere alla garanzia anche imprese che registrassero tensioni col sistema finanziario in ragione della crisi connessa all’epidemia;
  7. l’eliminazione della commissione di mancato perfezionamento per tutte le operazioni;
  8. la possibilità di cumulare, per investimenti di maggiore durata e dimensione nel settore alberghiero e immobiliare, la garanzia del Fondo con altre forme di garanzia, anche ipotecarie;
  9. l’avvio di una linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per gli imprenditori ma anche per le persone fisiche che esercitano autonomamente un’attività economica (le cc.dd. partite IVA) con accesso senza valutazione alla garanzia del Fondo;
  10. l’accrescimento della quota di garanzia del Fondo sulle “prime perdite” di portafogli di operazioni di finanziamento;
  11. il rafforzamento delle sezioni speciali del Fondo, promosse su iniziativa delle Regioni e delle Amministrazioni di settore (anche unitamente alle associazioni ed enti di riferimento), come anche della CDP e di Enti e soggetti privati;
  12. la sospensione dei termini operativi del Fondo, affinché non scattino conseguenze negative a fronte di inadempimenti burocratici da parte di banche e imprese.

Non si tratta solo di un potenziamento finanziario del fondo ma anche di una profonda riforma e ampliamento delle sue modalità operative. Sono tutte modifiche immediatamente efficaci: solo l’incremento a 5 milioni avverrà a breve con la formalizzazione presso la Commissione europea.
Stiamo valutando la possibilità di ulteriori semplificazioni e ampliamenti dell’operatività del Fondo, al fine tra l’altro di rendere più rapido l’acceso al Fondo da parte delle PMI data l’eccezionalità della situazione e la mole attesa di domande di accesso, e al fine di estendere anche il sostegno del Fondo anche alle cc.dd. small Mid-Cap, vale a dire le imprese che hanno tra 250 e 499 dipendenti, alla luce della revisione del quadro europeo sugli Aiuti di Stato che abbiamo sollecitato e che è stata pubblicata lo scorso giovedì.
Inoltre, a favore delle imprese di maggiori dimensioni, che non accedono al Fondo di Garanzia, si prevede una garanzia dello Stato sulle esposizioni assunte da CDP, anche nella forma di copertura delle prime perdite di portafogli, in favore di banche e intermediari finanziari che eroghino finanziamenti alle imprese colpite dall’emergenza e operanti in specifici settori, che dovrebbe consentire di supportare anche le imprese medie e grandi. A copertura di tale garanzia sono stanziati 500 milioni che consentiranno di attivare finanziamenti per circa 10 miliardi.
In aggiunta, e sempre in un’ottica complementare è prevista la possibilità di introdurre mediante decreto ulteriori schemi di supporto finanziario delle imprese, attraverso finanziamenti agevolati e garanzie direttamente in favore delle imprese ovvero per il tramite del canale bancario. Stiamo lavorando celermente a questo ulteriore provvedimento con il quale intendiamo rafforzare in maniera significativa questo canale di interventi a favore della liquidità.
Sono inoltre previste forme di incentivo alle imprese bancarie e industriali finalizzati alla cessione di crediti incagliati o deteriorati attraverso la conversione delle loro attività fiscali differite in crediti di imposta. Questo intervento consentirà, alle imprese industriali, di liberare risorse fino a 10 miliardi di nuovo credito.
Infine, tra gli altri strumenti attivati a sostegno della liquidità per imprese e lavoratori ricordo:

  • l’intervento a supporto dell’operatività dei Confidi;
  • l’estensione ai lavoratori autonomi che attestino di aver subito un decremento di un terzo del loro fatturato della possibilità di accesso al cd Fondo Gasparrini, il fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa.

Il Fondo consente la sospensione del mutuo fino a 18 mesi, durante i quali lo Stato paga una parte degli interessi. Per l’utilizzo del Fondo, che era già stato esteso con il DL 9/2020 ai lavoratori in cassa integrazione, è stato eliminato il requisito della presentazione dell’ISEE. Le modalità di presentazione della domanda di accesso al Fondo sono definite nel DM che mi accingo a firmare e che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale una volta compiuti gli adempimenti di legge.

Sospensione dei versamenti fiscali e contributivi
Il quarto pilastro è quello della sospensione dei versamenti fiscali e contributivi. Da un lato era e sarà necessario sospenderli e ridurli in virtu’ dell’epidemia e dall’altro lato, in momenti come questi, è evidente come risultino fondamentali per sostenere il nostro stato sociale, per finanziare il nostro sistema sanitario universale, per consentirci di difendere la nostra comunità in situazioni di pericolo come quella che stiamo attraversando, per finanziare e sostenere la ricerca scientifica, È noto che la sospensione che abbiamo previsto riguardava di tributi e contributi per circa 12 miliardi di euro.
Un provvedimento che è già operativo e che naturalmente intendiamo riproporre e approfondire e migliorare nella sua modalità e nella sua distribuzione.
Sulla base di informazioni ancora provvisorie sul gettito acquisito nel mese di marzo 2020, stimiamo ad oggi minori entrate tributarie e contributive per circa 2,5 miliardi di euro rispetto allo stesso mese del 2019. Questo risultato complessivo, inferiore di circa 5,3 miliardi rispetto alla previsione iniziale di 7,8 miliardi di euro di minori entrate associate alle sospensioni di marzo, potrà essere attribuito alle singole voci di entrata solo tra qualche giorno.
In considerazione della situazione di straordinaria emergenza, a fronte di ritardi per i versamenti relativi ai tributi in scadenza alla data del 20 marzo, posso dire sin d’ora che potrà essere valutata, caso per caso, la disapplicazione delle sanzioni in via amministrativa per tutti quei casi collegati all’impatto dell’emergenza coronavirus sulla situazione dei contribuenti.
Per contenere in parte l’impatto negativo delle misure restrittive che hanno interessato le attività commerciali, il decreto prevede un credito di imposta pari al 60% del canone di locazione dovuto per il mese di marzo dai soggetti che, a seguito del provvedimento dello scorso 11 marzo, hanno chiuso negozi e botteghe.
Infine, il contributo del settore privato al finanziamento del contrasto dell’epidemia e delle cure sanitarie è stato incentivato prevedendo specifiche agevolazioni fiscali.

Ulteriori misure
Il titolo V del decreto-legge contiene ulteriori misure, dalla validità dei documenti di riconoscimento e degli atti amministrativi, al Fondo per l'internazionalizzazione del sistema economico e il sostegno delle esportazioni italiane, al sostegno allo svolgimento delle lezioni didattiche a distanza, a misure destinate al settore dei trasporti aereo, terrestre e merci, alle organizzazioni non lucrative che operano nel terzo settore nonché al rimborso di titoli di viaggio e di pacchetti turistici e alla risoluzione dei contratti di acquisto di biglietti per spettacoli, musei e altri luoghi di cultura.

Il pacchetto di aprile
Lo scorso fine settimana il Governo ha preso ulteriori misure per contenere l’epidemia, compreso il blocco dei settori produttivi giudicati non essenziali nel breve termine e ulteriori limitazioni ai movimenti dei cittadini. La prossima misura, il cosiddetto “Decreto aprile”, dovrà tenere conto anche di questo ulteriore rafforzamento delle misure di contenimento. Siamo aperti al dialogo con il Parlamento per il miglioramento delle misure contenute in questo decreto e soprattutto per la predisposizione delle misure del prossimo decreto.
Vorrei dire che con i nostri prossimi interventi dovremmo rafforzare, estendere e migliorare le misure di diretto sostegno al settore economico, ma anche trarre una serie di lezioni che questa vicenda sta determinando, le trasformazioni che faranno sì che nulla sarà più come prima. E quindi è giustamente attesa dal Governo anche una visione, un'idea del futuro dell'economia e del bilancio di questo paese, a partire da questa esperienza unica di una crisi senza precedenti, che non solo l’Italia ma tutto il mondo sta attraversando.
La prima lezione è quella sulla importanza del sistema sanitario nazionale, della ricerca in campo scientifico, chimico e farmacologico. Abbiamo altresì tastato con mano gli effetti negativi della perdita di alcune filiere produttive di cruciale importanza per la salute e la sicurezza nazionali, con la conseguente scarsità di prodotti essenziali quali ventilatori e mascherine. Abbiamo anche toccato con mano la possibilità di interventi molto più incisivi sul piano dell'innovazione, della sostenibilità, della coesione sociale e territoriale e dell'equità.
Abbiamo altresì tastato con mano gli effetti negativi della perdita di alcune filiere produttive di cruciale importanza per la salute e la sicurezza nazionali, con la conseguente scarsità di prodotti essenziali quali ventilatori e mascherine.
L’esperienza delle ultime tre settimane ci ha dimostrato che è necessaria e possibile una vera e propria trasformazione in chiave digitale della scuola, dell’università e del lavoro. Il lavoro da fare è però ancora molto. È bene che ci sia un adeguato dibattito e confronto tra le forze politiche. Il messaggio che voglio dare è che il Governo sta riflettendo non solo sul rafforzamento nel “decreto aprile” delle misure necessarie a contenere l'impatto immediato, ma anche su come anche trarre delle necessarie lezioni da quest'esperienza per rilanciare e rafforzare una visione sul futuro del paese. Quindi innanzitutto:

  • il potenziamento del Sistema Sanitario in termini di disponibilità di reparti terapia intensiva, produzione di dispositivi di protezione individuale e di ventilatori, di soluzioni per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio
  • Rafforzamento della ricerca medica, biochimica e farmacologica, con particolare riferimento al contrasto delle epidemie;
  • Identificazione di industrie di interesse strategico alla luce di un’ampia griglia concettuale di rischi epidemiologici, ambientali, sismici, informatici, geopolitici.
  • Interventi per dare inizio alla ricostituzione delle relative filiere produttive;
  • Interventi per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e comunicazione, con partenza in tempi rapidissimi per le opere già cantierabili e snellimento delle procedure di selezione, progettazione ed esecuzione di nuove opere;
  • Attuazione di una prima fase degli interventi e degli investimenti relativi al Green and Innovation Deal, a partire dalla reindustrializzazione sostenibile;
  • Interventi per consolidare la digitalizzazione della scuola e dell’università, assicurando la parità di accesso agli strumenti informatici per tutti i cittadini.

Il programma che ho tratteggiato è molto vasto, su cui è importante a appropriato che si sviluppi un appropriato e adeguato dibattito nel Paese.

CONCLUSIONI
Questi interventi, quello appena varato e il prossimo, vanno a loro volta anche collocati nel quadro di una necessaria e adeguata risposta internazionale ed Europea a questa sfida. I primi passi compiuti a livello europeo ci appaiono positivi.
Vorrei innanzitutto sottolineare l'importanza del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) con una dotazione finanziaria molto consistente. Si tratta di una mobilitazione di 1.120 miliardi che, a sua volta, può essere ulteriormente potenziata e utilizzata con la massima flessibilità da parte della Banca Centrale Europea.
Altrettanto positiva è l’attivazione della General Escape Clause, che abbiamo concluso ieri all’Ecofin, che sospende il Patto di stabilità e di crescita, non solo dal punto di vista della necessaria flessibilità con cui considerare tutti gli interventi di emergenza, ma anche per quanto riguarda il percorso di aggiustamento e di rientro da questa straordinarietà che deve essere adeguatamente adattato e quindi riguarderà anche la legge di bilancio per il prossimo anno. C’è anche l’iniziativa "Coronavirus Response Investment Initiative" (CRII), con cui la Commissione ha proposto di reindirizzare 37 miliardi di euro delle politiche di coesione mettendole immediatamente a disposizione delle iniziative, e noi avremo risorse anche per sostenere le misure del prossimo decreto.
C'è la necessità di realizzare una mobilitazione straordinaria di tutte le risorse utilizzabili attraverso un uso innovativo degli strumenti disponibili dal bilancio europeo, anche attraverso l'articolo 122 del Trattato di Funzionamento sull’Unione europea, di emissioni di titoli da parte dell’ESM, dall'istituzione di un fondo paneuropeo di sostegno da parte della BEI che potrebbe concorre a sostenere iniziative a favore della liquidità delle imprese attraverso la messa a disposizione, dei paesi che ne vogliano far ricorso, delle risorse mobilitabili con Eurobond dal MES attraverso l'emissione di titoli per finanziarie senza alcuna condizionalità interventi di contrasto alle conseguenze economiche del Coronavirus.
Ecco tutte queste varie possibilità su cui è in corso un lavoro di riflessione e un confronto, sono tutte ipotesi utili per mobilitare ulteriori risorse a cui dovrebbe, a nostro giudizio, aggiungersi anche la possibilità di emettere uno strumento di debito comune europeo per finanziare in modo adeguato, con le stesse condizioni per tutti i paesi, gli interventi necessari.
Siamo insomma di fronte a uno shock, ormai evidente a tutti, è simmetrico, riguarda tutti i paesi, e richiede quindi anche un salto di qualità nella capacità di utilizzare tutti gli strumenti disponibili a livello europeo.
Vorrei concludere ringraziandovi per la pazienza. Penso che anche in queste condizioni straordinarie che rendono difficile un normale dialogo tra Governo e Parlamento, è fondamentale il contributo e il ruolo del Parlamento e di tutte le forze di maggioranza e opposizione. Sono lieto di questa occasione di confronto e sono certo che il confronto continuerà in modo costruttivo e unitario, sia nella conversione di questo decreto, sia nella predisposizione e varo dei successivi provvedimenti.

Grazie.

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