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Audizione del ministro Gualtieri sulla relazione al Parlamento 2020 per la richiesta di scostamento di Bilancio [Commissioni Bilancio di Camera e Senato] – 11 marzo 2020

11/03/2020

Dal 21 febbraio l’epidemia coronavirus COVID-19 si è estesa al nostro Paese in modo repentino. Il Governo è intervenuto immediatamente con l’obiettivo di proteggere la salute dei cittadini.

L’obiettivo prioritario è arrestare la diffusione del virus e potenziare le capacità di risposta a questa emergenza del sistema sanitario. A questo proposito sento il dovere di ringraziare i medici, gli infermieri e tutti coloro che, nelle attuali drammatiche circostanze, sono impegnati in uno sforzo eroico per assicurare a tutti le cure necessarie.

L’adozione scrupolosa di tutte le necessarie misure di contenimento del virus, definite sulla base delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico, è peraltro doverosa non solo per la tutela della salute, ma anche per ridurre nel tempo l’impatto economico e sociale dell’epidemia sul nostro paese.

In questo quadro, occorre mobilitare tutte le risorse essenziali a garantire la adeguata dotazione di personale, strumenti e mezzi al sistema sanitario, al sistema della protezione civile e alle forze dell’ordine per fornire l’assistenza alle persone colpite dalla malattia e per applicare politiche di prevenzione, mitigazione e contenimento dell’epidemia.

Al tempo stesso vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni per affrontare l’impatto economico di questa emergenza sui lavoratori, sulle famiglie e sulle imprese.

Per tale ragione, il governo chiede oggi al Parlamento di autorizzare uno scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica definiti nella scorsa nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza per un importo fino a 20 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL, in termini di indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi di maggiori stanziamenti di bilancio per competenza e cassa.

Con la prima Relazione inviata al Parlamento lo scorso 5 marzo, il Governo aveva previsto uno stanziamento di risorse di circa 7,5 miliardi, corrispondenti a un indebitamento di 6,35 miliardi, pari a circa 0,3 punti percentuali di PIL.

Con l’aggravarsi della crisi, il Governo ha ritenuto prudente approvare un’integrazione alla relazione che prevede la possibilità di uno stanziamento ulteriore di risorse di 13,65 miliardi di indebitamento e di 17,5 miliardi di saldo netto da finanziare.

Questo incremento si è reso necessario, alla luce delle nuove misure restrittive adottate dal Governo, per rafforzare gli interventi che saranno contenuti nel Decreto Legge che il Consiglio dei Ministri adotterà probabilmente già il prossimo venerdì. Inoltre, abbiamo ritenuto opportuno assicurare, fin da ora, la disponibilità delle risorse per finanziare i successivi interventi che si renderanno necessari sulla base dell’evoluzione dell’emergenza e delle misure coordinate che prenderemo a livello europeo.

A questo proposito, le Conclusioni del Presidente del Consiglio Europeo dopo il summit in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati Membri e la risposta dei Commissari Gentiloni e Dombrovskis alla mia lettera del 5 marzo, dimostrano che l’Europa è pronta a fare tutto ciò che è necessario per fronteggiare questa crisi senza precedenti. Mai come oggi, quando il nostro paese è colpito più di ogni altro da una sfida comune e di dimensioni planetarie, ci rendiamo conto di quanto l’unità dell’Europa sia una risorsa preziosa e indispensabile.

Per questo, lavoreremo per assicurare il massimo grado di coordinamento e l’adeguato livello di ambizione degli interventi comuni europei sul fronte del contrasto all’epidemia e del sostegno all’economia. Interventi comuni che potranno anche alleviare il costo finanziario degli interventi a carico delle finanze pubbliche del paese.

Il Decreto Legge in preparazione, che sarà adottato in settimana, prevedrà interventi per un ammontare di circa 12 miliardi. Vorrei quindi ringraziare le forze economiche e sociali e i partiti di maggioranza e di opposizione, le autonomie territoriali, per il costruttivo confronto col governo e per il contributo alla definizione delle misure che sono in via di finalizzazione. Proseguiremo il confronto anche nelle prossime ore nella convinzione che, pur nella distinzione dei ruoli, in un momento come questo occorra perseguire la massima unità e coesione del paese.

Gli assi portanti del provvedimento saranno quattro.

In primo luogo, garantiremo le risorse per fronteggiare l’emergenza sotto il profilo sanitario e della protezione civile.

Ricordo che tra i primi interventi adottati, il Governo ha disposto l’incremento dei fondi a disposizione della protezione civile per circa 1 miliardo, metà dei quali saranno destinati all’acquisto dispositivi medici, come mascherine, respiratori e altro.

II Governo ha previsto una semplificazione delle procedure di acquisto di dispositivi di protezione individuale e medicali, che ha consentito a Consip di acquistare in maniera tempestiva 5.000 impianti di ventilazione assistita e i relativi materiali indispensabili per il funzionamento dei ventilatori. La disponibilità di questi dispositivi sarà assicurata in maniera progressiva nel corso dei prossimi 45 giorni.

In un prossimo intervento normativo sarà disposta la possibilità per la Protezione civile di requisire, in uso o in proprietà sia presidi sanitari e medico-chirurgici e beni mobili occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria; sia strutture alberghiere e altri immobili da utilizzare per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o domiciliare.

Il decreto-legge del 9 marzo ha stabilito il reclutamento straordinario che riguarderà il personale medico e infermieristico e, laddove necessario, sarà rivolto anche ai medici specializzandi, ai laureati abilitati all’esercizio della professione medica e ai medici abilitati privi della cittadinanza italiana.

Il personale medico e infermieristico sarà incrementato con 320 unità di personale militare (di cui 120 medici e 200 infermieri). Saranno aumentate anche le risorse umane INAIL, con l’assunzione a tempo determinato di 200 medici specialisti e di 100 infermieri da impiegare assistenza e cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro.

Per continuare a garantire lo svolgimento ordinario delle attività assistenziali di medici e pediatri, è stata disposta l’istituzione di Unità speciali di continuità assistenziale.

Sarà inoltre potenziata la rete di assistenza territoriale, per aumentare, a livello regionale, del 50% il numero dei posti letto in terapia intensiva e del 100% il numero dei posti letto nelle unità operative di pneumologia e di malattie infettive, da allestire con la dotazione per il supporto ventilatorio. A questo si aggiungerà anche il potenziamento delle strutture della sanità militare, con la realizzazione di strutture sanitarie dedicate e il conseguente acquisto di dispositivi e presidi sanitari idonei a gestire in sicurezza l’emergenza.

Il secondo asse riguarda il lavoro. L’obiettivo è che nessuno perda il proprio posto di lavoro a causa del Coronavirus, che nessuno venga licenziato. Per questo, potenzieremo la cassa integrazione in deroga e il fondo di integrazione salariale per l’intero territorio nazionale e per tutti i settori produttivi, incluse le attività con meno di 5 dipendenti.

Inoltre, interverremo per assicurare un sostegno al reddito per i lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione in deroga, come gli stagionali, inclusi quelli del settore del turismo, gli autonomi, tra cui i lavoratori del settore dello spettacolo, i lavoratori a tempo determinato.

Si tratta di interventi che vanno nella direzione della tutela dei redditi ma che al tempo stesso chiedono alle imprese di organizzare i luoghi di lavoro così da tutelare la sicurezza sanitaria dei lavoratori.

Infine, aiuteremo i genitori che lavorano e che si trovano in difficoltà a causa della necessaria chiusura delle scuole rafforzando il congedo parentale e contribuendo alle spese per la baby sitter. Già nel decreto uscito lunedì scorso abbiamo autorizzato il lavoro a domicilio degli Assistenti educativi e culturali per i bambini diversamente abili.

Il terzo asse di intervento sarà volto a assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese. In primo luogo verrà ulteriormente potenziato il Fondo Centrale di Garanzia a sostegno delle PMI: il più grande strumento di agevolazione che garantisce ad oggi finanziamenti bancari per 40 miliardi in favore del sistema delle imprese. Il Fondo sarà esteso con accesso gratuito su tutto il territorio nazionale, saranno prolungate le garanzie prestate e sarà possibile aumentare le percentuali di garanzia in specifiche aree e filiere.

Accanto a queste misure, si prevede una semplificazione procedurale per la sospensione delle rate dei mutui per la prima casa per un periodo massimo di 18 mesi in caso di riduzione o sospensione dell’orario di lavoro (Fondo Gasparrini).

Inoltre, prevediamo di sospendere il pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti bancari, prolungandone la durata, con il sostegno di parziali garanzie statali. Sarà altresì previsto che le imprese possano continuare a beneficiare delle aperture di credito accordate ma non ancora utilizzate.

A queste misure, che auspichiamo saranno sostenute anche da adeguati interventi della Banca centrale europea, si aggiungono le risorse messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti e da Sace per sostenere le imprese che passano da 1 a 7 miliardi. 3 miliardi saranno impiegati per garantire tassi calmierati a Pmi e Mid-cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla “piattaforma imprese”, mentre 4 miliardi andranno a sostenere l’export e l’internazionalizzazione delle imprese.

Si introdurranno, infine, misure per il rafforzamento dei bilanci delle imprese attraverso incentivi che liberino nuove risorse a sostegno di nuova finanza per le imprese e per le famiglie.

Il quarto asse riguarderà il fisco.

Da un lato prevediamo di posticipare una serie di adempimenti per venire incontro alle oggettive difficoltà di contribuenti e operatori del fisco. Dall’altro lato, per assicurare un adeguato sostegno alle aziende e ai lavoratori autonomi colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria, in termini di riduzione del livello di attività e di fatturato con conseguente impatto sulla liquidità, potranno essere introdotte misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi, anche in previsione di un futuro parziale ristoro.

A fianco di questi assi principali di intervento, il governo è impegnato ad accelerare e sbloccare gli investimenti già programmati e finanziati anche mediante la nomina di Commissari ad hoc.

Rivedremo le procedure amministrative per semplificare l'iter successivo alla decisione politica per realizzare gli investimenti mantenendo i controlli necessari ma evitando la ridondanza di atti amministrativi. 

Nel contempo lavoreremo per alleggerire l'impianto del codice appalti facilitando procedure più snelle come consentito dalla normativa comunitaria. 

Passo ora a svolgere alcune considerazioni sull’impatto economico del nuovo coronavirus.

Per valutare le conseguenze economiche dell’epidemia e delle relative misure preventive è necessario naturalmente formulare delle ipotesi circa la durata dell’epidemia, sia in Italia che a livello globale. La durata della crisi nella sua dimensione economica dipenderà anche dall’evoluzione dell’epidemia negli altri Paesi.

Il grado di incertezza, come appare evidente, è assai elevato e, pertanto dobbiamo ragionare in termini di scenari, preparandoci per quelli più sfavorevoli ma lavorando affinché si realizzino quelli più favorevoli.

Il Governo sta facendo del proprio meglio per assicurare che i settori produttivi dell’economia italiana rispondano alle esigenze del sistema sanitario e dei cittadini in questa fase difficile.

Dal punto di vista dell’economia italiana, la crisi attraverserà quantomeno tre fasi.

La prima è stata quella dell’insorgere dell’epidemia in Cina e del suo impatto diretto sul commercio bilaterale fra Italia e Cina e indiretto sul commercio mondiale e quindi anche sulle esportazioni italiane verso Paesi terzi. A esso va assommato il possibile impatto sull’industria italiana dell’interruzione di alcune catene del valore e il forte calo previsto degli afflussi di turisti orientali in Italia. Nel complesso, uno scenario in cui l’epidemia non si fosse diffusa in misura rilevante al difuori della Cina avrebbe sottratto qualche decimo di punto dal tasso di crescita dell’economia italiana nel 2020.

La previsione ufficiale di crescita del PIL per il 2020 fu formulata a settembre, in occasione della Nota d’Aggiornamento del DEF 2019. Essa poneva la crescita in termini reali di quest’anno allo 0,6 per cento. Di recente, in seguito alla flessione del PIL nel quarto trimestre, i previsori di mercato hanno rivisto le loro proiezioni di crescita per l’Italia al ribasso. Lo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha rivisto la previsione 2020 allo 0,2 per cento, dallo 0,5 per cento previsto a ottobre.

 Il Governo pubblicherà una nuova previsione in occasione del DEF 2020 che incorporerà gli effetti legati alla fase eccezionale che l’economia sta attraversando. Ciò che possiamo affermare, allo stato attuale, è che la revisione al ribasso da parte dei previsori indipendenti e l’effetto Cina avrebbe fatto scendere la previsione tendenziale verso lo zero, ma non in territorio negativo.

Su questa base si innesta la seconda fase ovvero l’allargarsi dell’epidemia all’Italia. Gli indicatori sinora disponibili suggeriscono che l’attività economica, dopo la caduta della produzione industriale in dicembre, abbia registrato un rimbalzo positivo in gennaio per tornare a una moderata contrazione verso la fine del mese di febbraio. È ragionevole ritenere che la caduta del prodotto durerà almeno un paio di mesi, a prescindere dagli interventi messi in campo.

Un contenimento efficace ci avvicinerà alla terza fase, il graduale ritorno alla normalità della vita degli italiani e dell’attività economica. La diffusione dell’epidemia a livello internazionale potrebbe però impattare temporaneamente sulle nostre esportazioni di beni e servizi, compresi gli afflussi di turisti esteri in Italia.

Di conseguenza, mentre sarebbe logico attendersi un profilo a ‘V’ per il PIL italiano, con una forte caduta in marzo-aprile e poi un rimbalzo nei mesi successivi, il rischio di un superamento dell’epidemia in Italia più graduale e di un più marcato impatto sui nostri partner commerciali è significativo, esiste e va considerato. In tale scenario, la caduta dell’attività economica di questi giorni non sarebbe totalmente recuperata nei mesi immediatamente successivi. Ne seguirebbe una rilevante contrazione del PIL in media d’anno.

Come vedete esistono diversi scenari ed è quindi prematuro e inopportuno che io indichi oggi uno specifico dato previsionale. Vorrei che fosse chiaro, tuttavia, che non teniamo la testa nella sabbia. Stiamo tenendo in considerazione tutti gli scenari e in occasione del DEF formuleremo un nuovo quadro macroeconomico equilibrato e fondato sull’aspettativa di efficacia della strategia di contenimento dell’epidemia adottata dal Governo con la collaborazione dei cittadini italiani e grazie all’apporto dei dipendenti del servizio sanitario nazionale, delle forze dell’ordine e della Protezione civile e la partecipazione di tutto il Paese.

CONCLUSIONI

Stiamo affrontando una sfida che, fino a poco tempo fa, non vedevamo all’orizzonte.

L’impegno che tutto il Paese sta profondendo è notevole e non ha precedenti nella storia repubblicana. L’Esecutivo in costante dialogo con tutte le forze politiche, i livelli di governo, le istituzioni europee, le parti sociali e gli esperti di settore sta agendo con tempestività e risoluzione studiando e implementando soluzioni spesso inedite.

Il Paese, malgrado l’impatto dell’emergenza sanitaria e delle necessarie misure restrittive poste in essere sia a livello nazionale che internazionale per sconfiggere l’epidemia, è solido ed è proprio nei momenti più difficili che gli italiani sanno mostrare le proprie virtù e le proprie straordinarie risorse.

La finanza pubblica italiana è sostenibile come dimostra il miglior risultato registrato a consuntivo 2019. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, l’indebitamento netto dell’anno appena trascorso si collocherebbe all’1,6% del PIL, il valore più basso degli ultimi dodici anni, inferiore di oltre mezzo punto percentuale sia al dato del 2018, sia alle previsioni elaborate a ottobre per il DPB. Al risultato ha contribuito principalmente l’andamento molto positivo delle entrate tributarie, che hanno segnato un incremento di quasi 12 miliardi rispetto all’anno precedente e di oltre 10 miliardi rispetto alle stime del DPB. Questo eccezionale risultato, verificatosi raramente nella storia recente, è stato possibile anche grazie a un atteggiamento rigoroso e credibile del Governo, che sin dal suo insediamento ha avuto come obiettivo prioritario l’incentivazione dell’adempimento spontaneo agli obblighi tributari, assicurando il necessario presidio alla piena attuazione di misure quali la fatturazione elettronica, lo split payment e i nuovi indicatori sintetici di affidabilità. A questo risultato ha concorso anche l’efficace controllo della spesa delle pubbliche amministrazioni. Dal lato della spesa, voglio inoltre sottolineare il risultato positivo di quella per investimenti che, anche per effetto degli interventi di sblocco adottati nei primi mesi di azione del Governo, è tornata a crescere dopo quattro anni, segnando un aumento di quasi 3 miliardi rispetto al 2018.

L’aumento del disavanzo per il quale il Governo chiede l’autorizzazione al Parlamento, frutto della situazione straordinaria che stiamo vivendo, non mette dunque a repentaglio la sostenibilità di lungo termine delle nostre finanze pubbliche. Quando questa fase sarà dietro di noi riprenderà il percorso di aggiustamento e quello di crescita.

Come Ministro sento molto forte la responsabilità dei compiti che sono chiamato ad assolvere e posso assicurare, da parte mia e del Governo, il massimo impegno per individuare le soluzioni che consentano al Paese di gestire e superare la fase molto complicata che stiamo vivendo.

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