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Bitonci: "Ora la politica ascolterà"

Italia Oggi - 27/06/2018

Adc, nel suo ruolo di rappresentanza dei dottori commercialisti, dialoga con la politica, mettendo sul tappeto le tematiche di interesse per la categoria. Vogliamo delle risposte chiare e concrete, ma vogliamo anche essere spunto propositivo, aprendo con la politica un dialogo sereno e di reciproca utilità. Mai come oggi la professione del dottore commercialista attraversa un periodo di fluidi ma importanti cambiamenti, oltre a essere colpita da attacchi ingiustificati, anche online, e ritrovarsi oberata da scadenze che dovrebbero essere utili a combattere l'evasione ma sicuramente sono stati indispensabili a digitalizzare la pubblica amministrazione che ha utilizzato gli studi come partner non pagati.

Oggi ne parliamo con il senatore Massimo Bitonci, della Lega, sottosegretario al ministero dell'economia, già sindaco della città di Padova e dottore commercialista.

Sottosegretario, lei è un dottore commercialista e quindi ben conosce le difficoltà e le pieghe della libera professione. A tal proposito, come vede la realtà delle professioni, anche in via prospettica?
Ai liberi professionisti, soprattutto negli ultimi anni, la pubblica amministrazione ha chiesto tanto. I commercialisti sono dei partner di fondamentale importanza anche del Mef, cui forniscono una notevole mole di dati. È di pochi mesi fa, per esempio, il comunicato dell'Agenzia delle entrate in cui ringrazia il partner Sogei indicando i dati che hanno viaggiato nei server dell'Agenzia, ovvero i 925 milioni di dati per la precompilata e gli 1,3 miliardi di e-fatture dello spesometro.

Ma se l'Agenzia delle entrate ha potuto gestire volumi così rilevanti di dati e numeri è perché commercialisti, su tutto il territorio nazionale, li hanno raccolti, elaborati e inviati. ll tutto perdendo ore di lavoro, pagando di tasca propria gli strumenti informatici necessari e impiegando le proprie risorse umane.
Sono loro, quindi, il vero partner da ringraziare.

La politica, troppo, spesso, non ha considerato e ascoltato i professionisti al pari delle altre categorie produttive e imprenditoriali, non vengono fatti sedere ai tavoli. E pensare che producono più del 12% del Pil nazionale, creando ricchezza e posti di lavoro. Quello a cui penso è una vera e propria collaborazione tra pubblica amministrazione e professionisti e imprenditori, per la costruzione di norme e politiche più adatte alla realtà produttiva del paese. Coinvolgere i liberi professionisti ascoltando le loro proposte significherebbe essere vicini a una delle leve dell'economia italiana e alla cultura d'impresa.

Sottosegretario, lei ha rilanciato la possibilità di ampliare il regime dei minimi, introducendo un regime da superminimi per le nuove attività produttive, con un'aliquota del 5%, che copra Ires e Iva e una flat tax al 15%, sostitutiva di Ires e Iva, per le attività con un tetto di fatturato di 100.000 €. E queste misure saranno accompagnate da una sensibile semplificazione della tenuta della contabilità. Quali ricadute si aspetta da un intervento come questo?
Ritengo che il nostro paese abbia bisogno di nuove opportunità di lavoro e di una seria semplificazione del sistema. Troppi nostri giovani cervelli sono costretti a spostarsi in altri paesi della Comunità europea per trovare un lavoro qualificato e adeguatamente retribuito. E troppi investitori spostano i loro capitali, attratti, più che dai rendimenti, da una burocrazia snella ed efficiente.
E l'ampliamento del regime dei minimi sulle attività imprenditoriali, artigianali e sulle partite Iva va proprio in questo senso. L'Italia è un paese dalle mille eccellenze, imprenditoriali, professionali e artigianali, un patrimonio intellettuale che va sostenuto e aiutato, non spolpato e vessato. In questa direzione va anche l'avvio graduale e calibrato della fatturazione elettronica.

Abbiamo ascoltato il grido d'aiuto che proveniva da diversi settori produttivi, non ancora pronti all'introduzione massiva dello strumento, e abbiamo deciso di modulare l'introduzione di questo strumento, che porterà semplificazione e tracciabilità dei flussi finanziari, ma senza divenire un nuovo peso organizzativo e burocratico.