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Intervento del ministro Padoan al convegno su “I presidi antiriciclaggio alla luce dell’applicazione della IV Direttiva e dello sviluppo dell’economia digitale”

10/05/2018

Signor Comandante Generale, autorità, gentili ospiti,

innanzitutto vorrei ringraziare per l’invito ad intervenire a questo convegno su temi molto significativi e rilevanti.

Il fenomeno del riciclaggio è articolato e diffuso. Ne abbiamo sentito diffusamente parlare già questa mattina, coinvolge diversi profili ed ha una vocazione transnazionale, come tale, difficilissima da contrastare.

Per valutare la centralità delle questioni connesse al riciclaggio, basta ricordare i livelli elevati in cui si attesta il volume dei proventi da illecito.

Le stime variano necessariamente, essendo un fenomeno in evoluzione e per sua natura sfuggente. Si muovono tra l’1,7 per cento e il 12 per cento del Pil.

Di questo volume di ricchezza, la maggior parte è generata da evasione di imposte e accise (circa il settantacinque per cento dei proventi totali); credo che basti questa cifra per dimostrare come la lotta all’evasione e la lotta al riciclaggio siano in realtà facce della stessa medaglia.

Poi ci sono narcotraffico e usura che ‘forniscono’, per così dire, il 15 per cento, e ancora tutte le altre forme di reato (corruzione, frode, contraffazione, contrabbando, gioco illegale) che rappresentano il 10 per cento .

Le attività di riciclaggio e i fenomeni di evasione fiscale presentano caratteristiche e perseguono finalità comuni: dare una parvenza lecita ai capitali e ai patrimoni accumulati rendendone più difficile l’identificazione e ostacolare l’azione delle autorità di polizia e degli organi accertatori.

Entrambe le fattispecie, danno luogo alla falsificazione dei bilanci e delle dichiarazioni ai fini fiscali, alimentano l’economia sommersa, generano flussi di denaro capaci di determinare gravi distorsioni alla concorrenza.

La tutela del sistema economico si persegue contrastando il reinvestimento nei processi produttivi dei capitali di illecita provenienza e intercettandoli nel momento in cui entrano in contatto con i circuiti bancari e finanziari.

In tale contesto, particolare attenzione merita il diffondersi dell’economia digitale, che riguarda tutti i fenomeni dell’economia – sia domestica, che internazionale. Assistiamo a una diffusione veloce di nuove tecnologie e a una produzione ancora più veloce di nuove tecnologie.

Esse cambiano i comportamenti, alterano gli incentivi, in qualche caso creano nuovi incentivi. In qualche caso le nuove tecnologie creano nuovi mondi e nuove opportunità e anche nuovi problemi.

Questo avviene in un contesto globale nel quale la lotta all’evasione fiscale, come la lotta al riciclaggio, sono particolarmente complesse da perseguire. Quindi bisogna trovare una forma di sinergia, non solo tra le diverse forme di lotta ai fenomeni che ho appena citato, ma anche e a livello internazionale bisogna trovare una dimensione di cooperazione.

Questo elemento, come tutti sapete, è nell’Agenda delle organizzazioni internazionali, nelle sedi internazionali, dal G7 al G20, ormai da molto tempo, e in tali contesti sono in corso iniziative importanti per raggiungere forme di cooperazione, ma si fa anche molta fatica.

Però vorrei aggiungere una nota di ottimismo che si basa anche sulla mia esperienza personale di anni passati al lavoro nelle istituzioni internazionali: nel campo della lotta all’evasione, della tassazione, dello scambio di informazioni, in una parola nel campo fiscale in senso ampio del termine, la cooperazione internazionale ha raggiunto livelli che in altri settori sono ben lungi dall’essere raggiunti.

Si è creata non solo una volontà di cooperazione, ma anche un’abitudine alla cooperazione che va oltre l’aspetto politico delle decisioni dei governi e dei ministri di volta in volta coinvolti, che interessa l’attività operativa delle Agenzie e delle Istituzioni che concretamente in ogni Paese sono dedicate a questo compito.

Questa è una ricchezza e sicuramente la Guardia di Finanza ne è un elemento fondamentale, riconosciuto non solo a livello nazionale, ma anche a livello globale. E le sfide continuano ad essere globali. A volte si ha la sensazione di inseguire una preda, un fenomeno, un avversario che è più veloce di noi. Ma bisogna continuare a correre; bisogna continuare a trovare soluzioni internazionali.

Perché dico internazionali? Perché, a volte, la soluzione globale è particolarmente difficile, coinvolge Paesi che hanno culture non sempre identiche tra di loro, con una propensione diversa alla cooperazione e all’identificazione di pratiche comuni.

Da questo punto di vista il ruolo dell’Europa è fondamentale, perché, ovviamente, l’Europa è una componente essenziale della globalizzazione, ma non è tutta la globalizzazione.

E quindi si pone il dilemma politico, prima ancora che tecnico, che è il seguente: se sia necessario aspettare la soluzione globale oppure se sia utile andare avanti a livello europeo. Non solo per mettere i paesi dell’Unione europea su un terreno di avanzamento della legalità e delle regole, ma anche per dare l’esempio.

Mi piace ricordare che l‘Italia, da questo punto di vista, ha spesso avuto un ruolo importante.

Sotto la Presidenza italiana, nel 2014, il Consiglio dell’Unione ha raggiunto un accordo con il Parlamento Europeo, per la messa a punto del nuovo Regolamento sui trasferimenti di fondi, in linea con le raccomandazioni della Financial Action Task Force (FATF/GAFI), cui compete la promozione delle politiche globali in misura di contrasto del riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo.

Voglio sottolineare che il rafforzamento dei presidi antiriciclaggio presenta effetti positivi anche nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Quindi, c’è un elemento positivo non solo tra diversi paesi che collaborano ma, come dicevo prima, tra diversi campi di azione, che in qualche misura noi tendiamo a vedere separati ma che non lo sono nei fatti. Perché chi persegue l’illegalità non si chiede se stia commettendo un’illegalità dal punto di vista del riciclaggio opure dal punto di vista dell’evasione fiscale.

Non sto qui a ripetere gli effetti dell’emanazione della IV Direttiva, i suoi aspetti positivi che sono stati già ricordati e che in ogni caso saranno analizzati a livello anche più tecnico, nel prosieguo di questa iniziativa.

Ma ricordo di nuovo, consentitemelo, con un senso di orgoglio, il ruolo che l’Italia non solo ha avuto e continua ad avere in un processo internazionale non solo a livello politico, ma anche a livello operativo. Ricordo che nel Rapporto “Mutual Evaluation” del 2015, curato dal Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), si attesta che le Forze di Polizia, cito testualmente “hanno dimostrato di essere in grado di svolgere indagini finanziarie vaste e complesse”. Nel Rapporto si rileva anche che “l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) svolge attività di analisi che supportano validamente Guardia di Finanza e D.I.A nella fase di avvio delle indagini”.

Vorrei concludere con un altro aspetto, quello della necessaria sinergia tra chi partecipa a queste attività.

E’ il caso di parlare di sistema. Il termine ‘sistema’ a volte viene abusato, ma in questo caso direi che è appropriato: bisogna pensare a qualcosa che possiamo identificare come un sistema per la legalità. Un sistema è fatto di diversi componenti la cui somma è inferiore al valore del sistema in quanto tale. E’ un concetto semplice ma che deve essere tradotto in attività quotidiane.

E siccome questo è un aspetto molto positivo anche in questi eventi a cui ho partecipato spesso, sono in continua collegamento con noi luoghi in cui si fa operativamente questa attività, mi piace ricordare che giorno per giorno nell’attività quotidiana della collaborazione dei vari componenti del sistema, non solo si svolge il lavoro quotidiano, ma si accumula un capitale comune; si accumula l’esperienza di lavorare assieme e quindi si dà forza al lavorare assieme sempre più.

Quello che stiamo facendo non è solo lo svolgimento di attività che ci vengono demandate. E’ la costruzione di un sistema di legalità di cu la Guardia di Finanza è elemento fondamentale e a cui va - una volta di più – il mio più sincero ringraziamento.

Buon lavoro

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