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Intervento del ministro Padoan al convegno “La ricchezza della nazione. Educazione finanziaria e tutela del risparmio”

30/03/2017

In anni recenti si è molto sviluppata l'offerta di prodotti finanziari. È aumentata l'articolazione degli strumenti di finanziamento del consumo, che favorendo l'accesso al credito aumentano la propensione all'indebitamento delle famiglie. Al tempo stesso le dinamiche demografiche hanno spinto a rivedere i sistemi di previdenza, orientando verso modelli in cui alla protezione obbligatoria si affianca alle libere scelte che i lavoratori possono compiere per assicurarsi un futuro sereno.
Questa evoluzione aumenta le possibilità di scelta per i cittadini nei campi dell'investimento, del risparmio e della previdenza. Con la complessità aumentano le opportunità ma anche i rischi. Gli strumenti e le policy possono fare molto per contenere i rischi, ma non possono azzerarli senza penalizzare le opportunità. Al legislatore, così come ai regolatori e alle istituzioni di vigilanza, è richiesto un presidio cogente della trasparenza e degli obblighi di comunicazione, ma l’innovazione nell'offerta continuerà a creare opportunità e rischi sempre nuovi.
Cresce così la necessità di responsabilizzare il cittadino verso scelte finanziarie più complesse e diventa indispensabile che i cittadini abbiano un livello di conoscenza dei rischi e delle opportunità associati alle possibili scelte finanziarie tale da consentirgli una adeguata comprensione delle conseguenze potenziali delle scelte stesse. La trasparenza finanziaria imposta per legge è doverosa e va migliorata ma non è sufficiente: il cittadino deve poter comprendere ciò che gli viene proposto, deve avere le competenze necessarie ad interpretare l'informazione che accompagna i prodotti.
Nei paesi in cui si è progressivamente accresciuta la disponibilità di scelte finanziarie per il cittadino, le istituzioni hanno prodotto uno sforzo di sensibilizzazione sui rischi e le opportunità associati alle scelte. E hanno introdotto programmi di divulgazione delle conoscenze necessarie a compiere scelte consapevoli. L'Italia registra un forte ritardo che si manifesta nel grado di competenze finanziarie dei cittadini così come viene rilevato dalle specifiche indagini svolte da soggetti privati e istituzioni pubbliche.

Di recente Governo e Parlamento hanno preso atto dell'attenzione insufficiente che legislatori ed esecutivi hanno finora prestato all'esigenza di disegnare e attuare un valido programma di educazione finanziaria.

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha avviato da alcuni mesi un’iniziativa volta a coordinare gli attori che hanno responsabilità e competenze in questo campo, a cominciare da una più stretta collaborazione con la Banca d'Italia.
Il Parlamento ha dato un ulteriore impulso a questa iniziativa con la norma inserita nel decreto legge "salva-risparmio" (d.l. 237/2016). Le disposizioni dell'articolo 24-bis creano un percorso di programmazione della "Strategia nazionale per l'educazione finanziaria", attribuendo al Ministero dell'Economia e delle Finanze la funzione di coordinamento degli attori coinvolti. Le stesse disposizioni inoltre definiscono un sistema di confronto tra Parlamento e Governo che garantirà trasparenza ed efficacia alla programmazione stessa. Il Governo dovrà trasmettere alle Commissioni parlamentari competenti lo schema di programma, e una volta l'anno dovrà trasmettere una relazione sullo stato di attuazione del programma stesso.
L'articolo 24-bis dispone anche l'istituzione di un Comitato. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze sta già procedendo alla convocazione di tutti i soggetti chiamati a comporre il Comitato, per concordare i criteri di designazione dei componenti e pervenire all'istituzione del Comitato entro i termini di legge, quindi entro il mese di maggio.
È utile qui un breve richiamo tra programmazione e attuazione. Le nuove norme sull'educazione finanziaria attribuiscono alle amministrazioni - in primo luogo al MEF e al MIUR - il compito della programmazione strategica. Al Comitato viene invece attribuito il compito dell'attuazione. È evidente che l'attuazione richiede un impegno quotidiano che un Comitato da solo difficilmente potrà assicurare. Nei prossimi mesi dovremo quindi impegnarci con molto pragmatismo in una interlocuzione fluida fra Comitato e amministrazioni incaricate del programma. La mia aspettativa è che il Comitato presti attenzione alla strategia, alla sua validità di lungo periodo, all’evoluzione della sensibilità dei cittadini e alla corretta allocazione delle risorse finanziarie che sono state stanziate inizialmente nella misura di un milione di euro l'anno per tre anni. Al tempo stesso con i colleghi di Governo ci impegneremo a fare in modo che le amministrazioni inseriscano l'educazione finanziaria tra le attività ordinarie e continuative degli uffici.

Diverse direzioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze sono già al lavoro da alcuni mesi per le attività propedeutiche alla definizione del programma operativo per la realizzazione della "Strategia nazionale per l'educazione finanziaria". Grazie a questo lavoro e alla tempestiva istituzione del Comitato, sono fiducioso che la Strategia possa avere attuazione già nel corso di quest'anno.
In questa fase appare naturale dividere il lavoro tra gli interventi destinati ai cittadini in età scolare, per i quali sono già state maturate esperienze da sui quali il MIUR avrà un ruolo prevalente, e gli interventi destinati a coloro che già oggi in grado di effettuare scelte di impiego di risorse. Il MEF si concentrerà in particolare su questa parte della popolazione, e si occuperà anche del rischio che sovra-indebitamento per contrastare fenomeni come l'usura.
Il gruppo di lavoro MEF - Banca d'Italia ha definito l'obiettivo della Strategia nei seguenti termini: "Accrescere il grado di consapevolezza dell'utilità della pianificazione familiare e personale del risparmio, dell'assicurazione e della previdenza, nonché dei rischi associati all'indebitamento e all'investimento al fine di tutelare la capacità di consumo e di risparmio degli italiani."
L'obiettivo potrà dirsi conseguito quando una quota significativa della popolazione, da definire in termini quantitativi, assumerà comportamenti congrui, dettati da una migliore consapevolezza dei rischi e delle opportunità associati a prodotti finanziari, assicurativi e previdenziali.
È una definizione che fa perno sulla misurabilità del concetto di educazione finanziaria e si basa su un approccio oggettivo, indispensabile per garantire che il programma produca effetti concreti. La misurabilità del grado di educazione finanziaria consentirà al gruppo di lavoro e al Comitato di valutare l'efficacia e l'impatto delle singole iniziative, e di affinare nel tempo obiettivi e strumenti di divulgazione.

Il lavoro portato avanti finora dal gruppo misto MEF e Banca d'Italia si è basato sulle linee guida e sull'esperienza dell'OCSE. Il riferimento a prassi internazionali risulta particolarmente utile ai fini della comparabilità dei dati che verranno rilevati. Il confronto tra il grado di educazione finanziaria dei cittadini italiani e quello di altri paesi sarà utile per indicare la direzione e la velocità dei progressi. Il toolkit dell'OCSE è stato quindi identificato come lo strumento adatto a rilevare il grado di educazione finanziaria e a impostare numerosi aspetti della Strategia.
In questa fase il gruppo di lavoro si è concentrato sulla segmentazione della popolazione per indirizzare bisogni informativi specifici. Tuttavia una adeguata cultura finanziaria è così poco diffusa nel nostro Paese che nella fase iniziale del programma sarà necessario investire sula alfabetizzazione di base dell'intera popolazione. Un’adeguata segmentazione consentirà nel tempo di specializzare l'offerta formativa e informativa, di scegliere con accuratezza i canali di diffusione dell'informazione, e di raccogliere informazioni di ritorno in modo mirato. A questo fine è stata attivata una collaborazione anche con l'Istat.
Dovranno essere utilizzati tutti gli strumenti della comunicazione: certamente la pubblicità attraverso i mass media e un portale internet dedicato. Ma si lavorerà anche per individuare strumenti adatti a raggiungere segmenti della popolazione con un fabbisogno specifico.

Vorrei concludere ribadendo l'impegno del Ministero dell'Economia e delle Finanze a dare una tempestiva attuazione alle disposizioni delle nuove norme, ma anche a contribuire all'evoluzione degli strumenti di risparmio.
L'educazione finanziaria si potrà sviluppare anche se l'offerta dei prodotti di investimento, di risparmio e di previdenza sarà adeguata alle esigenze della nostra economia. A questo proposito ricordo che la recente introduzione dei Piani Individuali di Risparmio, i cosiddetti PIR, mette a disposizione degli investitori uno strumento per orientare il risparmio verso le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto della nostra struttura produttiva. Un tessuto che ha sopportato i colpi della crisi e che potrà ripartire anche grazie a nuovi flussi di risparmio.

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