Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : Resto del Carlino Page of Review : 1 Page of Document : 1 Page of NewsPaper : 1 Category :ECONOMIA E POL. ESTERA Author : RASSEGNA FLASH INTERVISTA A PADOA • S C h I O P Pa: «MAI PENSATO DI DIMETTERMI» «Ora le riforme «Per il risananiento bastavaiw 15 miliardi, e le privatizzazioni» l'ila il Paese Ìm bisogjw di iizolto di più» di GIORGIO GAZZOTTI - FORI!' - I A FINANZIARIA è slala approvala alla Camera. E -^dopo mesi di discussioni, di scontri, di metii e togli, di taglia e cuci, di fa e disfa, è venuto il momento di tentare di capirci qualcosa. Di fare i conti con le centinaia di articoli e provvedimenti conte-nuli in questa Finanziaria monstre. E chi meglio del suo principale artefice può darci qualche lume? Per la prima volta, dopo il primo sì alla manovra , il ministro del Tesoro Pa-doa-Schioppa, assieme al viceministro Roberto Pinza, è stata intervistato in pubblico -dal direttore del nostro giornale, GÌan-cario Mazzuca. A Forlì, di fronte ad una sala stracolma, che dimostra quanto grande sia l'attesa e l'interesse per questa Finanziaria. Ecco l'intervista. Molti hanno criticato la Finanziaria perché sarebbe troppo pesante e non terrebbe conto dell'aumento delle entrate fiscali. E' vero ministro che poteva essere fatta una manovra più leggera? «Dell'aumento delle entrate fiscali abbiamo tenuto conto, infatti proprio per questo motivo annuciai già ad ogosio che la manovra sarebbe scesa dai 35 miliardi previsti a 30 miliardi. E per questo fui criticato. Comunque è vero, per metterci a posto con Bruxelles bastava una manovra di 15 miliardi. Ma abbiamo fatto di più perché il Paese ha bisogno di molto di più che il solo risanamento. Abbiamo messo risorse per lo sviluppo, sei miliardi per incrementare la produttività con il taglio del cuneo fiscale, STRATEGIE «Ci occuperemo anche delle pensioni La fase due? Non esiste» un miliardo per il contratto dei dipendenti pubblici, un miliardo per la missione in Libano, e risorse per le opere pubbliche già iniziate che rischiavano di fermarsi, per le ferrovie e per le poste, per il sostegno alle fasce deboli, per il lavoro precario, per la ricerca. Dire che bastavano 15 miliardi, vuoi dire che tutte queste cose non si dovevano fare». C'è invece chi critica perché avreste riserva- to troppa attenzione al rispetto dei parametri Uè e poca allo sviluppo..» «Le risorse per lo sviluppo sono superiori a quelle destinate al risanamento. Ma vorrei spiegare una cosa: mettere a posto i conti non è solo un impegno verso la Uè, ma è un'esigenza del Paese, perché senza conti a posto non può tornare a crescere. Il nostro debito pubblico, messo sotto controllo nel '96, dal 2004 era tornato drammaticamente fuori controllo e questo faceva correre seri rischi all'Italia sui mercati internazionali, che hanno in mano metà del nostro debito. Io credo che abbiamo raggiunto un buon punto di equilibrio tra risanamento, sviluppo ed equità». Prodi disse che la Finanziaria avrebbe dato incentivi a chi produce e punito chi evade. Ma alla fine ci sono più tasse e a pagare temo che sarà ancora una volta chi ha già pagato. «Quando si dice che è una Finanziaria basata sulle entrate, si fanno male i conti. Perché le entrate sono costituite da due voci. Ci sono nuove imposizioni; nuove aliquote e ci sono i tiket, sui quali si sono dette un sacco di cose non vere. Ma una grossa parte è costituita dal recupero di evasione, dunque non da nuove imposte, ma dalla riscossione di imposte che già ci sono, da chi finora non ha pagato». Tutti promettono di combattere l'evasione, ma alla fine fanno la figura di don Chisciotte. Voi come pensate di riuscirci? «L'evasione in Italia ha le proporzioni di un'epidemia. Ma purtroppo non è percepita come un delitto, come una violazione del settimo comandamento. Per quesio ci vorrà anche una maturazione della coscienza civile, per capire che evadendo non si rubano soldi allo Staio, ma agli altri contribuenti. Ma sappiamo anche che è pane di un ceno equilibrio economico. Se scomparisse di botto, la pressione fiscale salirebbe del 6/7% e il sistema non reggerebbe. Ci vuole un'azione graduale, che comincia con questa Finaziaria, con la revisione degli studi di settore, con l'obbligo della documentazione e con il miglior funzionamento della macchina fiscale. Si è fatto un grande allarmismo, ma parlare di grande fratello che spia gli italiani è pretestuoso. In Germania, dove io ho vissuto alcuni anni, la documentazione dei redditi percepiti esiste da sempre e E-'AtLARME «L'evasione in Italia ha le proporzioni di un'epidemia» nessuno parla di Grande fratello. Posso assicurare che, se la lolla ali' evasione darà i suoi frutti, a partire dal terzo anno di governo inizieremo a ridurre il carico fiscale. Perché l'Italia non ha bisogno di aumentare la pressione fiscale, ma di distribuirla in modo migliore». Lei ho detto più volte che alla fine la Finanziaria ha mantenuto intatti fondamenta e muri maestri. Ma mai come questa volta si è assistito ad una girondola di cambiamenti. «Io credo che il fallo che per tré mesi ci sia stato una intensa discussione pubblica e parlamentare sia un aspetto positivo della nostra democrazia. Certo c'è stata anche confusione perché la materia è copm-plessa e gli interessi da comporre tanti. Quest'anno c'è siala anche più discussione perché è una Finanziaria ìnpegnativa. Ma credo che ora tutto sia diventalo più chiaro». Lei ha detto che non è una manovra di lacrime e sangue^ ma certo ci va molto vicino. «Credo ci sia una retorica esagerata in questa definizione. C'è uno sforzo da compiere, ma che possiamo sopportare. Del resto se un paese vive per troppo tempo al di sopra delle sue possibilità, prima o poi si debbono fare dei sacrifìci». Che differenza c'è se a fare la Finanziaria è un tecnico come lei invece di un politico? «Io sono un tecnico, ma nulla dispensa un ministro dal fare scelle politiche. Diciamo che un tecnico sa forse meglio che la politica non può sot-trarsi a certe leggi dell'economia». In queste settimane lei ha mai minacciato di dimettersi? «No, non ho mai minacciato nulla e neanche l'ho pensato». Lei ha detto che i nostri conti pubblici sono simili a quelli del 92, lo conferma? «Lo confermo) nel '92 il debito pubblico e l'avanzo primario erano messi meglio che nel 2005». Passino invoca una fase due, fatta di riforme. La prima sarà quella sulle pensioni? «L'impostazione non è quella dei due tempi, ma quella di procedere simultaneamente su fronti del risanamento, dello sviluppo e dell' equità. Così sarà anche il prossimo ciclo di azioni, che sarà quello delle cosiddette riforme strutturali. In primo luogo le liberalizzazioni per garantire più concorrenza, lo snellimento della macchina pubblica, l'eventuale ripresa delle pri-vatizzazioni che sono ancora necessario. E certo ci occuperemo anche di pensioni». COSÌ PARLÒ IL MINISTRO La dimensione della manovra è una scelta politica. È impunto di equilibrio fra esigente che andavano soddisfatte elo sfono pertrovarelerisorse Se guardiamo solo al risanamento bastavano 15 miliardi di euro Oltre ai 14,8 miliardi per Bruxelles, i 19 miliardi in più vanno al miglioramento del funzionamento dello Stato e delle infrastrutture oltre che alla competitivita e ad altri interventi di natura sociale L'Italia ha un debito pubblico di dimensioni drammatiche che non era più sotto controllo a partire dal 2005, quando ha ripreso a salire Avere i conti a posto non è un obbligo verso l'estemo, ma una condizione per avere uno sviluppo economico continuato- ,