Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : REPUBBLICA Page of Review : 1 Page of Document : 2 Page of NewsPaper : 6 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA Author : RASSEGNA FLASH Abstract: Il ministro dell'Economia a RepubblicaTv: giusti i timori di Almunia, non deludermo la Ue. Il piano Damiano? Non c'è. Ma Padoa-Schioppa resta ottimista "Entro l'estate accordo possibile" - ANNALISA CUZZOCREA ROMA — La bozza Damiano sulle pensioni? «Non esiste. E l'intera questione si può chiudere entro l'estate». Le critiche dell'Europa sul Dpef? «Il risanamento contìnua e nel 2007 faremo più di quanto l'Europa ci chieda di fare». Il viceministro Visco? «Gli vanno contro perché fapagare le tasse». Brusco e sorridente al tempo stesso, il ministro dell'Economia Tomrnaso Pa-doa Schioppa risponde per un'ora agli spettatori di RepuhblicaTv. "Italia, una ambizione timida", è il tìtolo del libro che stringe trale mani e consulta a ogni passo. Poi dice - da tecnico - che in democrazia i governi tecnici non esistono. Che di partito democratico non vuoi parlare ma che il discorso di Vel-troni - nella parte sui giovani - gli è piaciuto. Che se Almunia ha delle preoccupazioni, lui le condivide. Ma che, se tornasse indietro, quel decreto da 6 miliardi di euro lo farebbe di nuovo. Partiamo dal Dpef. Lei attendeva dalla Uè almeno la sufficienza. Fmi e Bruxelles lo hanno però bocciato. «Le preoccupazioni espresse da Atmunia sul nostro debito e sulle pensioni sono totalmente da condividere. Ma c'è un esplicito apprezzamento - che non ritrovo sui giornali - per il miglioramento strutturale dei conti. Il giudizio di Almunia è: non avete cambiato dirczione ma avremmo gradito un passo più rapido verso l'obiettivo finale, che èquello di un bilancio in pareggio. Anch'io avrei gradito un cammino più rapido". Cosa lo ha impedito? «Se per esempio la settimana scorsa non avessimo fatto un decreto legge che destina 6 miliardi e mezzo di euro a una serie di obiettivi avremmo potuto arrivare prima al pareggio. Ma sono convinto che abbiamo fatto bene a fare quel decreto». Si dice che lei si sia ammorbidilo. «Sono sempre stato morbido». Secondo i rumors, Almunia teme che al primo rallentamento dell'economia il deficit italiano una riforma delle pensioni che aumenta la spesa le agenzie di ra-ting puniranno il paese. Come risponderà a questi timori all'Eco-fin di lunedì? «Il debito elasostenibilitàfinan-ziaria del nostro sistema pensionistico sono due preoccupazioni che condivido e che chiunque a mio giudizio dovrebbe condividere. Quanto al pericolo che qualora ci fosse un rallentamento dell'economia i buoni risultati raggiunti potrebbero andare perduti, biso-gnateneme conto.Perquesto contiamo di chiudere il 2007 meglio di come gli impegni formali con Brulxelles ci chiedano di fare». Molti ricercatori ci scrivono dall'estero e le chiedono se nella prossima finanziaria ci saranno più fondi per la ricerca. «Sì, arriveranno dei fondi, ma sono meno di quelli che vorrei. Bisogna tenerconto che noi spendi a-mo 5 punti del nostro Pii per pagare gli interessi sul debito, ne perdiamo 7 a causa dell'evasione fiscale, e ne spendiamo per la spesa pensionistica due in più degli altri Paesi europei rispetto al Pii. Spen-diamoquindiMpunudiPilperco-se che non esistono in altri Paesi, o non esistono in eguai misura. Per questo altrove si spende di più per ricerca, infrastnitture, ammortiz-zatori sociali». Se lei fosse il premier di un governo tecnico, come risolverebbe i problemi del sistema previdenziale nel nome dei giovani? «La questione di fondo è il debito pubblico, che è pagato dalla generazione dei giovani e sarà pagato da chi oggi è bambino e da chi non è ancora nato. E* necessario un equilibrio tra le generazioni, che rendali nostro sistema pensionisti co sostenibile sia dal punto dì vista sociale che da quello finanziario. Oggi è sostenibile dal punto di vista finanziario. Bisogna migliorarlo dal punto di vista sociale senza alterarnel'equilìbrio.IIresto sono particolari di cui è meglio si parli al tavolo in maniera non pub-blica. Polsi annunciano i risultati». Spera di farcelaprìma dell'esta-te? «Penso che sia interamente pos-sibile». Maèd'accordoconIabozzaDa-miano? «Non c'è una bozza Damiano. Il governo sta lavorando, alla fine diro quello che penso del risultato». Di patto generazionale ha par- to quel discorso? «Sì, mi è piaciuto, ma permettetemi di non entrare in certe questioni». Veltroni ha anche criticato la politica del "tassa e spendi". Con la prossima Finanziaria si invertirà la tendenza, si ridurrà la pressione fiscale? «La pressione fiscale italiana è superiore alla media europea, e avendo pesi come il debito pubblico è difficile abbassarla- Io penso però che il vero problema stano i 100 miliardi di evasione. Perché così la pressione fiscale elevata non si distribuisce sull'intera economìa ma si concentra sui soggetti che pagano l'imposta o perché non possono evaderla- i lavoratori dipendenti-o perché purfacen-dopartediquellecategoriecherie-scono a evadere decidono di non farlo. Allora l'imposta potrà ridur-si per tutti nella misura in cui si recupereranno le tasse non pagate. Vincenzo Visco è maestro in questo e penso che molti dei malumori contro di lui derivino dal fatto che lo Stato sta recuperando la propria dignità facendo pagare le tasse a chi deve». Lei hafissato perilprossimo anno un rapporto deficit-pil al 2,2%. Nel Dpef ha però inserito una tabella sulle "spese eventuali" che saranno 21,2 miliardi, di fatto l'entità della prossima manovra. Non crede di aver scoperto le carte troppo presto? Come pensa di evitare l'assalto alla diligenza? «Credo che questo esercizio di trasparenza servirà a responsabilizzare il dibattito. Non faccio previsioni su come andrà a finire, ma credo che l'esposizione di questi ordini di grandezza sia estremamente utile per un dibattito responsabile». VISCOEL'EVASIONE D nostro problema sono i 100 miliardi di evasione. Lo stiamo affrontando, in questo Visco è un maestro Anzi lo attaccano proprio perché sta facendo pagare tè tasse a chi non le paga GLI INVESTIMENTI Tra debito, pensioni e evasione spendiamo 14 punti di Pii in più degli altri Paesi. Per questo altrove si investe di più su ricerca e infrastnitture e ammortizzatori sociali Reference date: 05/07/07 05/07/07 08.15