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Intervento del ministro Roberto Gualtieri all’inaugurazione dell’anno accademico della GdF

19/11/2019

L’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, all’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 della Guardia di Finanza

Signor Presidente del Consiglio, signor Comandante Generale, autorità, signore e signori, allievi, a voi tutti il mio più cordiale saluto e il più vivo ringraziamento per l’invito ad intervenire alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno di Studi 2019-2020.

Questo evento mi offre l’occasione per sottolineare il valore e la rilevanza degli istituti di istruzione della Guardia di Finanza: strutture di assoluta eccellenza europea e mondiale che assicurano agli allievi la formazione permanente, l’aggiornamento nelle materie economiche e fiscali e l’acquisizione degli strumenti necessari per svolgere sul campo le delicate funzioni di polizia economico-finanziaria che vi sono attribuite.
Al tempo stesso sono le basi per una vera e propria lezione di conoscenze che offrono come contributo insostituibile alla elaborazione e definizione delle politiche pubbliche italiane e anche internazionali
In queste strutture si formano uomini e donne in grado di coniugare una solida cultura economico-giuridica con la disciplina e i valori militari. Un’attività di formazione continua che ribadisce anche nel campo del contrasto all’illegalità l’importanza dell’investimento in capitale umano per la competitività e l’attrattività del nostro sistema Paese e anche e soprattutto per la qualità e la coesione del nostro tessuto sociale.
In un’epoca in cui si parla e si diffondono innovazioni di portata storica, come l’intelligenza artificiale e l’analisi predittiva, la formazione diventa cruciale per adeguare le competenze della Guardia di Finanza a questi nuovi strumenti e nuove tecnologie, e al tempo stesso per garantire l’insostituibile primato dell’intelligenza e del lavoro delle persone.
Il vostro compito è fondamentale: siete la Forza di Polizia deputata per legge a prevenire, ricercare e reprimere non solo l’evasione e l’elusione fiscale ma, più in generale, tutti i fenomeni di illegalità che mettono in pericolo i bilanci pubblici, la libertà negoziale, la libertà d’impresa, il libero funzionamento del mercato e il risparmio, ovvero gli assi portanti della nostra “Costituzione economica”.
La salvaguardia di questi valori, sempre imprescindibile, diventa particolarmente cogente in questo periodo, caratterizzato da stringenti obiettivi di crescita, stabilità e affermazione della legalità.
L’anno di studi che vi attende vedrà compiersi un importante percorso di riforme e di cambiamenti nel nostro Paese.

Il Governo è impegnato in un ambizioso disegno riformatore, di cui la legge di bilancio costituisce il primo tassello, volto non solo a evitare 23 miliardi di aumento dell’Iva ma rilanciare la crescita, l’occupazione, gli investimenti, l’innovazione, nella chiave della sostenibilità ambientale, dell’equità e della coesione sociale e territoriale.
Per sostenere misure di questa ambizione e portata, la strada scelta non è stata quella dell’aumento della pressione fiscale. Al contrario, nella manovra ci sono importanti interventi orientati ad alleggerirne il peso con una particolare attenzione agli individui e alle famiglie meno abbienti e ai contribuenti rispettosi delle norme, che patiscono condizioni di disparità rispetto a coloro che sistematicamente violano gli obblighi fissati dalla legge.
Né abbiamo scelto la via dei tagli al welfare, alla sanità, alla scuola, o al comparto della sicurezza, di cui anche la Guardia di Finanza è parte.
A fianco all’utilizzo, grazie a un dialogo positivo con l’Unione Europea, dei necessari margini di flessibilità, il Governo ha scelto invece di rafforzare l’azione di contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali.
In questo quadro, il contributo fornito dalla Guardia di Finanza nel contrastare i più gravi e pericolosi fenomeni di illegalità economico-finanziaria risulta ancora più fondamentale. Così come è la capacità di adattare l’azione di presidio alla legalità alle crescenti trasformazioni tecnologiche e produttive, a cui faceva riferimento il Comandante Generale Zafarana nel suo intervento.
Come noto, esso si sviluppa lungo tre direttrici fondamentali: l’azione di controllo del territorio, l’attività di intelligence e l’analisi di rischio basata sull’importante patrimonio informativo acquisito nel tempo.  
Sappiamo che il Corpo riserva una particolare attenzione agli illeciti di respiro internazionale. Tra questi voglio menzionare il trasferimento illecito di capitali oltreconfine, la fittizia residenza all’estero di persone fisiche e società, la costituzione in Italia di stabili organizzazioni occulte e l’utilizzo strumentale di trust e di altri meccanismi per finalità evasive, elusive o di frode.
La cooperazione in atto tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate nella realizzazione delle analisi di rischio consente sinergie nella mappatura dei fenomeni evasivi e permette di evitare la sovrapposizione degli interventi, favorendo lo spontaneo adempimento degli obblighi tributari.
L’interscambio informativo con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, inoltre, è fondamentale nella lotta alle frodi e al contrabbando, consentendo il recupero di risorse del bilancio dell’Unione Europea e dello Stato italiano.
Essenziale, in questa prospettiva, è la disponibilità di infrastrutture digitali in grado di favorire l’interoperabilità delle banche dati disponibili. Un tema, questo, su cui la Guardia di Finanza sta compiendo straordinari progressi, come ho avuto modo di constatare nel corso della mia recente visita al Comando Generale.
Anche la vigilanza sull’accesso indebito agli strumenti di inclusione sociale e di contrasto alla povertà è al centro dell’azione del Corpo, così come la lotta alla corruzione e all’illegalità nel settore degli appalti pubblici e in tutta la Pubblica Amministrazione.
Per le questioni che si estendono oltre i confini nazionali, inoltre, nel quadro di rafforzamento degli strumenti di cooperazione internazionale, la Guardia di Finanza fornisce un apporto fondamentale nel prevenire il rischio di finanziamento del terrorismo attraverso il riciclaggio di denaro. Questo è possibile anche grazie agli strumenti previsti dal recente decreto legislativo di recepimento della V Direttiva Antiriciclaggio, alla cui stesura il Corpo ha fornito un prezioso contributo.

La Guardia di Finanza svolge un ruolo decisivo nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità economica ed organizzata, in armonico coordinamento con le Autorità di riferimento e le altre Forze di Polizia a competenza generale. Infatti, i capitali reinvestiti in attività lecite o illecite rischiano di alterare il tessuto economico legale, snaturando l’allocazione delle risorse e falsando le condizioni di libera concorrenza del mercato.
Non meno importante è l’attività di contrasto alla contraffazione di marchi e brevetti e di tutela del Made in Italy, per smantellare fenomeni che catalizzano illegalità – dal lavoro nero, al commercio abusivo, nonché ingerenze della criminalità organizzata – con impatti negativi sul gettito fiscale e sulla competitività del sistema produttivo nel suo complesso.
Inoltre, l’Italia continua a essere interessata da traffici fraudolenti di grandi volumi di carburanti immessi sul mercato a un prezzo inferiore a quello ordinario, se non addirittura sotto costo, grazie alla sistematica elusione del pagamento dell’IVA e dell’accisa. Recependo alcune criticità segnalate anche dalla Guardia di Finanza, il Decreto Fiscale 2020 ha inteso aumentare l’efficacia e l’incisività delle disposizioni antifrode già messe in campo.
Il nostro Paese, come certificato dall’OCSE, è all’avanguardia nel processo di digitalizzazione delle certificazioni fiscali. I nuovi strumenti a disposizione, come la fatturazione elettronica e i corrispettivi telematici, permettono di effettuare analisi più corrette e tempestive, grazie all’immediata acquisizione delle informazioni fiscalmente rilevanti. Questo consente di individuare più velocemente comportamenti non corretti e gli eventuali rischi di evasione da parte dei contribuenti maggiormente soggetti a rischio di non conformità.
Ai fini di una maggiore tracciabilità e trasparenza delle transazioni commerciali in chiave anti-evasione, il Governo intende agevolare i pagamenti elettronici riducendo drasticamente i costi delle transazioni non in contanti.

L’obiettivo è quello di promuovere un cambiamento culturale verso la modernizzazione del sistema produttivo e al tempo stesso l’evoluzione dei comportamenti dei consumatori, allineandoli a quelli più virtuosi degli altri paesi europei. Nella legge di bilancio introduciamo la concessione di incentivi per coloro che privilegiano i pagamenti tracciabili e interveniamo sugli oneri economici che al momento gravano sulle operazioni regolate elettronicamente.
Queste politiche saranno accompagnate da progetti per promuovere educazione finanziaria e per ridurre il divario digitale, accrescendo così le competenze dei contribuenti e riducendo le disuguaglianze anche in questo contesto.
Siamo di fronte, quindi, care Fiamme Gialle, ad un percorso stimolante, che vi invito ad affrontare con passione ed entusiasmo. Questo percorso si svolge in un ambiente formativo persuasivo e dinamico, qual è quello che caratterizza la vostra Scuola di polizia economico-finanziaria e gli altri Istituti di formazione del Corpo, in grado di favorire lo sviluppo di competenze e di proporre modelli comportamentali ed etici imitabili, perciò capaci di orientare virtuosamente la missione istituzionale.
La vera “cifra” del finanziere risiede, oggi più che mai, nelle sue competenze professionali e nella sua capacità di interpretare, con vitalità e modernità, l’azione di prevenzione, ricerca e repressione di tutti gli illeciti che danneggiano gli interessi economici e finanziari dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali e dell’Unione Europea. Il panorama è ampio e va dall’evasione e dalle frodi fiscali al lavoro nero e al caporalato, dalle truffe in danno dello stato alla corruzione, dal riciclaggio al traffico di sostanze stupefacenti, senza dimenticare l’usura, la contraffazione di marchi e brevetti e tutti gli abusi di mercato che mettono in pericolo i risparmi dei cittadini.
Un’efficace azione di contrasto a tutti questi fenomeni, molto spesso collegati tra loro, richiede un investimento continuo nella formazione del personale, attraverso moduli formativi avanzati in grado di assicurare standard di preparazione all’altezza di una missione istituzionale caratterizzata da elevatissimo tecnicismo.
Per questo i tradizionali itinerari didattici del Corpo sono stati affiancati, nel tempo, da percorsi di studio altamente specialistici. La vostra scuola di polizia economico-finanziaria – diventata “Accademia internazionale per le Investigazioni sui Crimini Economico-Finanziari” grazie ad un protocollo con l’Ocse – realizza ogni anno progetti formativi di partenariato con gli Stati esteri per rendere effettiva la cooperazione e diffondere le migliori tecnologie e metodologie d’indagine.
L’apprezzamento per il lavoro e la struttura del Corpo è ampiamente condiviso anche a livello internazionale. Dai lavori dell’Ocse emerge, infatti, che molti Paesi guardano all’Italia come un esempio, una buona pratica nella lotta integrata ai crimini economico-finanziari. Questo perché l’approccio intergovernativo e comunitario, suggerito dalle organizzazioni internazionali contro i crimini economico-finanziari, in Italia è una realtà da molti anni. Merito della Guardia di Finanza che, con la propria attività, contribuisce a rafforzare la credibilità del Paese come sistema legale funzionante e, quindi, come partner affidabile.
Sono certo che le attività formative inaugurate dalla odierna cerimonia contribuiranno a consolidare i risultati fin qui raggiunti dal Corpo con tenacia ed impegno. Sono sicuro che alimenteranno, concretamente, il percorso di crescita e sviluppo del nostro Paese. Buon lavoro a tutti voi cari allievi.

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