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Padoan: "Meno tasse alle imprese"

QN (Il resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) - 04/09/2015

di Alessia Gozzi

Roma, 4 settembre 2015 – Una nuova fase di crescita, che consentirà più margini di manovra per tagliare le tasse, non solo sulla casa». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, guarda al futuro con ottimismo. E sgombra il campo dalle tensioni degli ultimi giorni con Bruxelles: «Il rapporto è ottimo, sfrutteremo al meglio».

Il Fondo monetario conferma i dati Istat, l’Italia cresce più del previsto. Ci avviciniamo all’1%?
«Diamo per sostanzialmente acquisito l’obiettivo dello 0,7% e, quindi, speriamo in qualcosa di più. Ma, soprattutto, cambia la qualità della crescita: la domanda interna sale insieme con la fiducia dei consumatori, si vede anche dall’aumento dei mutui. C’è un miglioramento strutturale del mercato del lavoro, con l’occupazione che cresce parallelamente al calo del tasso di disoccupazione e, per la prima volta da 19 trimestri, riparte nell’edilizia. Merito anche delle misure del governo, Jobs act e incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato. Un quadro incoraggiante».

Incoraggiante al punto di alzare le stime di crescita già nella nota di aggiornamento del Def?
«I tecnici sono al lavoro. Con gli ultimi dati è possibile che escano stime più elevate».

Maggiore crescita significa anche margini aggiuntivi preziosi in vista della manovra.
«La legge di Stabilità prevede di disinnescare le clausole di salvaguardia da 16 miliardi, soprattutto attraverso la spending review e in parte l’utilizzo dei margini di bilancio, che la crescita aggiuntiva allargherà un po’».

L’allargamento sarà sfruttato anche per il taglio delle tasse?
«Questo quadro potrebbe consentirci di gestire un po’ più agevolmente i tagli di tasse annunciati dal premier. Che riguarderanno la casa, ma non solo».

Già nel 2016?
«Sì, non dico altro perché ci stiamo lavorando. Il taglio delle tasse sulla casa non è un’azione estemporanea ma parte di una strategia fiscale iniziata nel 2014 con gli 80 euro, proseguita nel 2015 con il taglio dell’Irap, e che continuerà fino al termine della legislatura».

C’è la possibilità di affrontare subito il taglio Ires, magari con un intervento sul Sud?
«Le misure sono ancora in discussione, certo ci sarà un’attenzione particolare sul Mezzogiorno tenendo conto dei limiti della disciplina Ue sugli aiuti di Stato. Stiamo valutando diverse ipotesi».

Un tassello fondamentale sarà la flessibilità europea, il taglio della Tasi complica il dialogo?
«Al G20 avrò un primo colloquio con il commissario Moscovici e, la prossima settimana all’Ecofin, con il vice presidente della Commissione Dombrovskis. Il rapporto è ottimo, valuteremo assieme le priorità del governo italiano e come renderle compatibili con il quadro europeo, cercando di utilizzare al massimo le clausole di flessibilità, sia sulle riforme sia sugli investimenti».

La finestra di opportunità data da mini-euro, petrolio e politiche della Bce si sta chiudendo? Timori per la frenata cinese?
«Gli Usa vanno bene, la Cina e i Brics rallentano, l’Eurozona dovrebbe fare di più. C’è spazio per maggiore impulso alla crescita».

Draghi ha aperto la possibilità di ampliare il Qe oltre settembre 2016 e abbassato le stime sul Pil europeo...
«La situazione sta evolvendo in meglio per l’Italia ma davanti al rallentamento dell’economia dei Paesi emergenti e alla debolezza complessiva dell’Eurozona è un bene che la Bce sia pronta a continuare nel programma di Qe. D’altra parte le banche centrali hanno dimostrato in questa crisi di essere innovative e decisive».

Tornando alla manovra, i temi sul piatto sono molti, dalle pensioni alla povertà. In assenza di soldi per tutto, quali le priorità?
«Molti di questi temi sono stati evocati ma il governo non si è espresso ufficialmente su tutti. La flessibilità in uscita dal mondo dal lavoro è importante ma non è detto che l’affronteremo quest’anno. Non dobbiamo dimenticare i tagli di tasse permanenti già introdotti con la manovra precedente. Sulle altre misure vedremo, non si tratta solo di avere i soldi ma di decidere dove è più efficace metterli. Famiglie e lavoro sono gli obiettivi».

Vi aspettate risorse importanti dalla lotta all’evasione?
«Sì. Stiamo iniziando a vedere risultati incoraggianti anche dalla regolarizzazione dei capitali all’estero, uno strumento di lotta strutturale all’evasione che nessun altro governo – né di centrodestra né di centrosinistra – aveva introdotto. E sia chiaro che non si tratta di un condono».

E le privatizzazioni?
«La quotazione di Poste sarà conclusa entro l’anno, Enav è in fase avanzata mentre Ferrovie all’inizio del percorso. Poi andrà aperto il capitolo partecipate locali».

I prossimi mesi saranno cruciali per le riforme, c’è chi evoca le urne in caso di stallo...
«Non entro nel dibattito politico. C’è un orizzonte di legislatura sul quale si basa la strategia economica del governo. Un’interruzione avrebbe ripercussioni negative sull’efficacia delle misure».

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