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Cerimonia di chiusura dell’anno di studi 2015/2016 della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza - Intervento del Ministro dell’Economia e delle finanze Prof. Pier Carlo Padoan

28/06/2016

Intervento
Signora Sindaca, Comandante Generale, Autorità, signore e signori,
Porgo a tutti il più cordiale saluto ed un sentito ringraziamento per l’invito a intervenire alla cerimonia di chiusura dell’anno di studi 2015/2016 della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
È una occasione ulteriore per ricordare il valore che il Corpo attribuisce alla formazione permanente, avvalendosi di una struttura di eccellenza nel campo dell’aggiornamento professionale.

La formazione degli appartenenti alla Guardia di Finanza
Per ciascun appartenente alla Guardia di Finanza la formazione rappresenta una delle condizioni sostanziali del proprio ruolo.
I compiti istituzionali assegnati al Corpo si realizzano e si consolidano con l’acquisizione di un’accurata preparazione tecnico – giuridica, ma anche con la consapevolezza del ruolo e dell’etica della funzione in ogni settore in cui le singole attribuzioni vengano esercitate.
La formazione permanente non deve essere intesa come una facoltà lasciata all’iniziativa individuale, ma come un vero e proprio dovere deontologico, volto al miglioramento personale e alla crescita professionale. Crescita che deve essere assicurata a tutti da una struttura adeguata e della massima qualità.
Questa è la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
Nel programma di iniziative delineato dalla Scuola, la formazione permanente assicura a tutti gli appartenenti al Corpo un arricchimento della professionalità attraverso l’aggiornamento e l’approfondimento continuo, particolarmente necessario nell’attuale contesto giuridico/economico nazionale e globale in costante evoluzione.
La preparazione riservata ai frequentatori della Scuola consente non soltanto di riprendere una formazione teorica, ma soprattutto di acquisire ulteriori, peculiari requisiti che richiedono imparzialità, correttezza, riserbo, equilibrio e senso della responsabilità.
L’istituto poi offre un modello di cultura professionale che si alimenta anche di una riflessione organica sull’esperienza maturata presso i Reparti, di scambi di punti di vista, di apertura a saperi diversi, di approfondimento delle nuove tecnologie.

La polizia tributaria e l’evoluzione del quadro normativo
Il Governo ha impostato una strategia di rilancio dell’economia che passa anche dalla progressiva riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese. Il bonus Irpef e la cancellazione della Tasi sulla prima casa, insieme alla cancellazione della componente lavoro dell’Irap, dell’IMU sugli imbullonati e dell’IMU agricola ha determinato un alleggerimento del carico fiscale di 20 miliardi. A questi si aggiungono i benefici delle agevolazioni e degli incentivi fiscali sugli investimenti, come il superammortamento, che stanno dando risultati significativi.
Perché questa strategia dia in pieno i suoi frutti occorre valorizzare l’attività delle imprese adempienti. Passi importanti in questa direzione sono quelli avviati per la predisposizione di un quadro normativo chiaro e stabile del diritto tributario, per la semplificazione degli obblighi contabili e dichiarativi dei contribuenti. L’obiettivo è realizzare una reciproca e leale collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti.
Nel riformare il rapporto tra cittadini ed istituzioni, occorre puntare sull'estensione e sulla qualità delle attività di polizia tributaria, migliorare gli incentivi all’adempimento fiscale spontaneo dei contribuenti e concentrare gli interventi verso i soggetti che presentano un profilo di rischio fiscale ed economico-finanziario più elevato.
La certezza del diritto e un’attività di controllo che non penalizzi i contribuenti sono due importanti traguardi fissati dal Governo. Ma non basta. Per sostenere l’attività dei contribuenti onesti occorre assicurare che la concorrenza nei mercati non sia limitata o falsata da abusi. La legalità e la trasparenza sono condizioni cruciali per la ripresa, lo sviluppo, la concorrenza e l’equità. Il Governo sta rafforzando le azioni di lotta all’evasione ed elusione fiscale, alla corruzione e alla criminalità, e intensificando le numerose iniziative poste in essere negli ultimi anni a livello internazionale.
È in atto un’evoluzione delle strategie di contrasto ai crimini finanziari e all’evasione fiscale internazionale che richiede a tutti gli operatori del settore di compiere un salto di qualità. Oggi, al termine di questo anno di studi, siete pronti ad essere protagonisti di queste nuove sfide.

Le nuove sfide internazionali all’adempimento fiscale
Colgo quindi questa opportunità per fare il punto dell’evoluzione del quadro normativo con riferimento alle nuove sfide globali.
Da anni la comunità internazionale è attiva sul fronte del miglioramento del contesto giuridico e operativo per il contrasto ai crimini finanziari, inclusa l’evasione fiscale. L’Italia ha assunto su tutti i tavoli un ruolo chiave e spiccatamente propositivo. Ove possibile abbiamo anticipato nel nostro ordinamento pratiche poi divenute di esempio per la comunità internazionale. E anche grazie alla nostra capacità di proposta alcune di queste pratiche stanno diventando patrimonio comune.
Uno dei risultati più importanti già raggiunti è il superamento del segreto bancario. 55 Stati e giurisdizioni inizieranno a scambiare automaticamente informazioni sui conti finanziari già dal primo gennaio 2017, tra pochi mesi. Altri 46 Stati – tra cui piazze finanziarie importanti come Svizzera, Singapore e Hong Kong – si aggiungeranno nel 2018.
Il prossimo passo è rappresentato dal superamento del segreto societario, perché la trasparenza sui flussi finanziari tra soggetti residenti in Paesi diversi non è sempre sufficiente ad assicurare l’efficacia dell’azione di contrasto all’evasione fiscale internazionale. Per esempio, quando i conti finanziari sono intestati a trust, società schermo o ad altre entità non trasparenti è necessario conoscere i beneficiari effettivi.
La recente fuga d’informazioni provenienti da uno studio legale panamense – questione meglio nota come “Panama Papers” – ha riacceso i riflettori internazionali sulla necessaria implementazione delle regole, degli standard sovranazionali di trasparenza e del loro miglioramento.
Come reazione immediata, i Ministri delle finanze dei Cinque principali Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno annunciato ai colleghi G20 una nuova iniziativa sullo scambio automatico di informazioni relativo ai beneficiari effettivi di entità non trasparenti, auspicando anche che fossero rese prontamente accessibili alle amministrazioni fiscali e alle altre autorità preposte al contrasto dei crimini finanziari.
Durante l’ECOFIN informale di Amsterdam del 22-23 aprile, gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno aderito all’iniziativa dei Cinque. A questi si sono poi unite altre giurisdizioni europee, a conferma del forte impegno a lavorare in questa direzione.
Al termine di questo processo sarà disponibile un ulteriore strumento giuridico per scambiare informazioni e tracciare strutture offshore complesse utilizzate da criminali ed evasori fiscali.
Il successo di questa iniziativa dipenderà in ultima istanza dall’uso efficace delle informazioni acquisite. Per questo un ingrediente essenziale della strategia complessiva per la trasparenza deve essere il rafforzamento della cooperazione amministrativa internazionale che già oggi vede la Guardia di Finanza fortemente impegnata insieme alle altre strutture competenti dell’amministrazione finanziaria.
Accanto agli importanti risultati raggiunti nel campo del contrasto all’evasione, ci sono le iniziative contro le pratiche fiscali elusive delle imprese operanti a livello transfrontaliero: il Consiglio ECOFIN del 17 giugno scorso ha raggiunto un accordo sulla proposta di direttiva contenente un insieme di misure antielusive (cosiddetta “Anti Tax Avoidance Directive” o ATAD).
Questa direttiva antielusione traspone nella legislazione comunitaria alcune delle raccomandazioni approvate nell’ambito del progetto OCSE/G20 sulla lotta all’erosione della base imponibile e alla delocalizzazione dei profitti delle imprese multinazionali (cosiddetto BEPS – Base Erosion and Profit Shifting), assicurandone una implementazione tempestiva e coerente nell’ambito dell’Unione europea.
L’accordo raggiunto a poco più di quattro mesi dalla presentazione della proposta della Commissione, attesta la determinazione dell’Unione europea e dei suoi membri nel realizzare progressi concreti in materia di lotta all’elusione fiscale, in linea con gli sviluppi internazionali.

Conclusione
L’esercizio del compito affidato alle Fiamme Gialle esige rigore metodologico, conoscenze, competenze e sensibilità che possono essere assicurati soltanto da una formazione ampia, qualificata e costantemente alimentata.
Questa Scuola è uno strumento fondamentale per realizzare questo obiettivo.
I lusinghieri risultati di servizio che il Corpo quotidianamente consegue nell’esercizio delle funzioni di polizia economica e finanziaria sono anche frutto di un processo formativo da intendere come investimento continuo sulla professionalità delle persone, sulle loro competenze, sui loro modi di contribuire alla competitività e all’efficienza di una organizzazione.
A voi tutti un sincero ringraziamento ed un augurio di cuore.

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