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Il MEF adotta il piano anticorruzione 2018 2020 - Stretta su conflitti d’interessi e porte girevoli, maggiore rotazione degli incarichi e tracciabilità informatica dei processi

Roma, 16 marzo 2018 – Con l’adozione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) 2018-2020, pubblicato nella sezione trasparenza del sito MEF all’indirizzo http://www.mef.gov.it/documenti-allegati/2018/operazione-trasparenza/PTPCT_2018_-_2020_xrev.x_definitivo.pdf (PDF, 2.2 MB), il Ministero dell’economia e delle finanze prosegue nel percorso di prevenzione del rischio corruttivo iniziato nel 2014 e sviluppato con i Piani successivi.

Il Piano rappresenta per il Ministero lo strumento di definizione delle proprie strategie di contrasto alla corruzione e di programmazione delle misure di prevenzione dei rischi corruttivi. Per ciascuna struttura sono riportati i singoli processi, i rischi associati con il relativo grado di rilevanza, le specifiche misure di mitigazione, il loro stato di realizzazione e la programmazione per il prossimo triennio.
Tra le misure di carattere generale è previsto l’avvio di un tavolo di lavoro con la partecipazione dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro e del Dipartimento dell’Amministrazione generale, Personale e Servizi (DAG) per aggiornare le modalità operative di verifica della sussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi; inoltre, si procederà ad attuare misure di regolazione in materia di incarichi, con particolare riferimento all’individuazione di quelli vietati ai dipendenti e alla definizione di criteri oggettivi e predeterminati per concedere l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali.
Si rafforzano poi le misure per contrastare il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli” tra amministrazione e aziende. Tali misure si rivolgono ai dipendenti del MEF che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto della P.A. nei confronti di aziende e pubbliche amministrazioni. In questi casi il D.lgs. n. 165/2001 prevede il divieto - nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego – a svolgere attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della PA. A partire dal 2018, sarà quindi predisposto da parte della Direzione del personale un modello di dichiarazione di pantouflage, da far sottoscrivere al dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Tra le novità del piano vi è anche l’ampliamento delle misure di rotazione dei dirigenti e del personale negli ambiti ritenuti a rischio rilevante.
Si segnala, ad esempio, che per gli incarichi di direttore degli Uffici di Segreteria delle Commissioni tributarie (si tratta di incarichi non dirigenziali) la durata massima presso la medesima sede è stata stabilita, con determina del Direttore generale delle Finanze dell’ottobre 2017, in un periodo non superiore a due conferimenti consecutivi, per un totale di sei anni. Per i segretari delle Commissioni, sottoposti a rotazione biennale, viene introdotto un turnover con dipendenti preposti ad altre mansioni. Si evidenzia, altresì, che negli anni dal 2015 al 2017 la percentuale di rotazione dei dirigenti di seconda fascia in servizio presso il MEF è stata significativa, attestandosi al 38,5% del totale della relativa dotazione organica, che supera i 500 dirigenti.

I Dipartimenti proseguiranno nell’attuazione delle misure di mitigazione dei rischi associati ai processi inerenti all’attività prelegislativa e normativa, anche al fine di garantire la riservatezza delle informazioni oggetto di trattamento, potenziando l'informatizzazione dei relativi processi. È inoltre prevista la formalizzazione degli accessi ai sistemi informativi in modo da definire, nella fase tecnica della predisposizione dei documenti economico-finanziari la partecipazione dei soggetti interessati e la tracciabilità delle utenze coinvolte. Il piano prevede un monitoraggio costante della sua attuazione a cura di tutti gli uffici del Ministero, che non si limiti a verificare il grado di attuazione delle misure, ma acquisisca anche elementi di valutazione da parte delle strutture coinvolte sull’efficacia delle misure adottate ai fini della mitigazione del rischio corruttivo in tutti i processi.

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