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Commissione europea: evoluzione del debito dell’Italia conforme alle regole e conti pubblici 2018 da valutare ex-post

Roma, 23 maggio 2018 – La Commissione europea ha diffuso oggi la proposta di raccomandazioni agli Stati membri dell’Unione, come previsto dal ciclo di valutazioni delle politiche economiche nazionali. Le raccomandazioni presentate dalla Commissione vengono trasmesse al Consiglio Ecofin al quale spetta l’adozione formale. Per quanto riguarda l’Italia, sulla gestione delle finanze pubbliche e in particolare per la velocità di riduzione del deficit e del debito la valutazione della Commissione conferma la validità della strategia del “sentiero stretto” proposta dal Governo italiano, volta a perseguire migliori tassi di crescita pur mettendo in sicurezza i conti pubblici.

La Commissione ha effettuato una valutazione complessiva dell’evoluzione del paese tanto sul piano macroeconomico quanto sul piano delle riforme. In particolare viene riconosciuto, come sostenuto dal Governo italiano, che l’evoluzione del debito pubblico non viola le regole europee alla luce dei fattori rilevanti che hanno contribuito a determinarne il corso nel 2017. In particolare, il rapporto sul debito preparato dalla Commissione riconosce che i dati a consuntivo dei conti pubblici 2017 sono in linea con il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine e apprezza l’adozione e implementazione di numerose riforme orientate alla crescita. Tra queste, lo sforzo di aumentare l’adempimento spontaneo agli obblighi tributari e migliorare il contrasto alla corruzione, la riforma del settore bancario e la gestione delle sofferenze, la riforma del bilancio con l’introduzione della revisione strutturale della spesa, i miglioramenti nella giustizia civile e il piano anti-povertà.

L’aggiustamento di bilancio realizzato nel 2017, con il deficit sceso al 2,3% del PIL, viene ritenuto soddisfacente, alla luce dei costi sostenuti per il sisma e il flusso eccezionale di rifugiati. Inoltre la Commissione riconosce l’utilità degli interventi effettuati nel settore bancario e apprezza la velocità di dismissione dei crediti in sofferenza, tant’è che non chiede più – come in passato – di accelerarne la dismissione ma di sostenere il ritmo attuale.

Sul fronte dell’occupazione, la Commissione riconosce la riduzione del tasso di disoccupazione e il ritorno del numero di occupati ai livelli pre-crisi ma ricorda anche la necessità di fare progressi nel campo delle politiche attive del lavoro e della contrattazione di secondo livello, legata alla produttività, così come di favorire la partecipazione femminile.

Le considerazioni della Commissione toccano numerosi temi: il sostegno alla crescita (in particolare riconoscendo l’utilità dei programmi “Finanza per la crescita” e “Impresa 4.0), la povertà ed esclusione sociale (che in Italia presentano valori peggiori della media europea), gli investimenti in ricerca e sviluppo e capitale umano, l’ampliamento dei canali di finanziamento delle imprese, la tassazione delle imprese e dei fattori produttivi, il ruolo della pubblica amministrazione, il sistema giudiziario e la corruzione, la sostenibilità del sistema pensionistico in relazione alla dinamica demografica.

Alla luce delle considerazioni emerse e a fronte della valutazione del Programma nazionale di riforme nonché del Programma di stabilità che il Governo ha predisposto a legislazione vigente, la Commissione ha elaborato per l’Italia quattro raccomandazioni per il 2019:

  • Sul fronte del bilancio pubblico, garantire un aumento della spesa primaria nominale non superiore allo 0,1%, corrispondente a un aggiustamento strutturale del disavanzo pari allo 0,6%.
  • Sul fronte della giustizia, ridurre la durata dei processi civili e aumentare il contrasto alla corruzione, anche attraverso una piena implementazione del nuovo ordinamento sulle società partecipate da soggetti pubblici.
  • Continuare all’attuale passo il processo di riduzione dello stock di crediti in sofferenza e sostenere la ristrutturazione dei bilanci delle banche.
  • Sul piano del mercato del lavoro, migliorare l’implementazione della riforma delle politiche attive del lavoro, incoraggiare la partecipazione femminile, aumentare gli investimenti in capitale umano.

Tra le raccomandazioni all’Italia non figura il ricorso a ulteriori misure di correzione dei conti pubblici da adottare nel corso del 2018.

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