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Padoan, PIL in crescita per 10 trimestri consecutivi anche grazie a politiche governo

Dichiarazione del ministro Pier Carlo Padoan

Roma, 16 agosto 2017 – “Questa mattina l’Istat ci ha informato che nel secondo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è aumentato rispetto al trimestre precedente per la decima volta consecutiva. L’incremento dello 0,4 percento corrisponde a una crescita dell’1,5 percento rispetto al livello raggiunto nel secondo trimestre 2016, il tasso di crescita economica più sostenuto dall’inizio della crisi.
A questi risultati ha contribuito una politica economica che dal 2014 ha proceduto con coerenza lungo un sentiero stretto, ma tracciato in modo chiaro: riduzione delle tasse, incentivi agli investimenti privati, misure sociali per il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; gestione oculata del bilancio allo scopo di migliorare i saldi di finanza pubblica, così da stabilizzare la relazione tra debito e PIL e rimuovere cause di preoccupazione ed instabilità nei mercati, che potrebbero fare aumentare i tassi e quindi sottrarre risorse alla ripresa.
L’intero spettro delle tasse sulle famiglie e sulle imprese è stato interessato da riduzioni: è stata ridotta l’Irpef ai lavoratori con remunerazioni più basse attraverso un beneficio di 80 euro al mese, è stata eliminata la componente Irap calcolata sul lavoro dipendente, è stata cancellata l’IMU sui beni strumentali imbullonati e quella sui terreni agricoli, l’IRES è scesa dal 27,5 al 24 percento, l’imposta sulla proprietà della casa in cui si vive (TASI) è stata cancellata. Stimiamo che nel 2017 su queste voci i contribuenti italiani pagheranno meno imposte per un importo superiore a venti miliardi di euro rispetto al 2013.

Gli investimenti privati sono ripartiti anche grazie alle agevolazioni fiscali: super-ammortamento, iper-ammortamento, credito d’imposta per ricerca e sviluppo e altri incentivi hanno spinto le imprese a cogliere un clima internazionale più favorevole alla crescita per fare investimenti con i quali migliorare la propria capacità produttiva. Sul fronte degli investimenti pubblici c’è ancora molto da fare: dopo anni di contrazione della spesa in conto capitale, sono stati aumentati gli stanziamenti ed è stato abolito il patto di stabilità interno che limitava le capacità di intervento degli enti locali. La necessaria riforma del codice degli appalti realizzata nel 2016, riveduta e corretta nell’anno in corso, aiuterà a gestire in modo più trasparente ed efficiente gli appalti pubblici. Si stanno creando le condizioni per una ripresa sostenuta nella realizzazione di infrastrutture, che è già evidente in campo ferroviario. Sarà primario lo sforzo nella messa in sicurezza del Paese sotto il profilo dei rischi sismici e idrogeologici.
Nel frattempo la riforma del mercato del lavoro ha cancellato una invisibile barriera tra protetti e non protetti, eliminando una delle radici della disuguaglianza tra i lavoratori. Al tempo stesso il mercato ha guadagnato dinamismo; il risultato si misura nell’incremento del numero di lavoratori dipendenti: 782mila occupati in più a giugno 2017 rispetto a giugno 2014. Quasi la metà di questi con contratti a tempo indeterminato.

Queste politiche, insieme a una traiettoria ben calibrata di risanamento dei conti pubblici e agli interventi nel settore bancario, che lo hanno reso più forte e meglio attrezzato per finanziare famiglie e imprese, hanno contribuito a rafforzare la fiducia nel futuro sia tra gli operatori economici italiani sia tra gli operatori esteri interessati all’Italia.
Il governo attuale e quello precedente, con il contributo del Parlamento, hanno accompagnato queste misure strutturali pensate per la crescita con una politica sociale altrettanto strutturale, con l’introduzione di un reddito per l’inclusione attiva, al quale sono state destinate risorse crescenti. Un sostegno è stato garantito anche ad alcuni segmenti specifici della popolazione in difficoltà, ma è per i giovani che non si è fatto abbastanza. La crescita economica diffusa comincerà a produrre benefici anche per loro, favorendone l’ingresso in un mercato del lavoro reso più dinamico e propenso alle assunzioni, ma misure specifiche per favorire l’inizio di un percorso lavorativo dovrebbero accelerare questo recupero.

Nei prossimi mesi avremo l’opportunità di muovere ancora un passo importante su questo sentiero. Se vogliamo continuare a mettere in sicurezza le finanze pubbliche e ridurre il peso del debito che grava sulle generazioni future, disponiamo di poche risorse. Dovremmo concentrarle su misure per incentivare le assunzioni dei giovani che cercano lavoro, per confermare le agevolazioni a sostegno degli investimenti privati, per proseguire nel sostegno agli investimenti pubblici, e per potenziare gli strumenti contro la povertà. Investire sul capitale sociale e fisico del paese ne accrescerà potenziale e produttività, e contribuirà a rafforzare il ciclo fiducia-investimenti che sta sostenendo questa ripresa”.

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