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Commissione Ue promuove l’Italia sui conti e riconosce l’obiettivo della crescita per creare occupazione

Roma, 22 maggio 2017 – La Commissione europea ha diffuso oggi le raccomandazioni sul Programma Nazionale delle Riforme e sul Programma di stabilità per il 2017. Si tratta di un passaggio sistematico del processo comune di sorveglianza economico-finanziaria, noto con il nome di semestre europeo. Le raccomandazioni forniscono a ciascuno Stato membro dell’Ue una guida specifica su come rafforzare crescita e occupazione, conservando al tempo stesso finanze pubbliche sane. Le raccomandazioni vengono elaborate sulla base dei piani che i governi dell’Ue presentano in aprile, e hanno lo scopo di adattare al livello nazionale le priorità identificate per l’Unione europea nel suo insieme. Il processo si conclude con la decisione del vertice europeo di giugno, adottato formalmente dai ministri delle finanze in luglio.

Nella valutazione di quest’anno era particolarmente atteso un giudizio sulla conformità dei conti pubblici nazionali rispetto alle regole comuni, anche alla luce delle misure di politica economica adottate dal Governo in aprile. L’opinione della Commissione è che grazie a queste misure “non sono necessari ulteriori passi per assicurare il rispetto del criterio del debito”. Tuttavia viene ricordato che un debito superiore al 130% del PIL comporta l’assorbimento da parte del servizio del debito di un ammontare significativo di risorse, a scapito di opzioni più favorevoli alla crescita, compresi possibili interventi sull’istruzione, l’innovazione e le infrastrutture. E quindi la valutazione del debito nel 2017 e 2018 dovrà essere affrontata con particolare attenzione. Ma la stessa Commissione ricorda che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 “dovrà tenere conto dell’obiettivo di un’intonazione di bilancio che deve contribuire sia a rafforzare la ripresa in corso sia ad assicurare la stabilità delle finanze pubbliche”. È la prima volta che le autorità europee incaricate del monitoraggio dei conti pubblici riconoscono l’importanza di perseguire non soltanto l’obiettivo dei conti in ordine ma contemporaneamente anche l’obiettivo di una crescita più sostenuta, necessaria per creare nuova occupazione. Di fatto, si tratta di un riconoscimento del percorso seguito dal Governo negli ultimi tre anni lungo quello che è stato definito il “sentiero stretto” tra due esigenze contrapposte: aiutare la crescita da un lato, contenere il debito dall’altro. Un percorso in cui è cruciale la scelta sulla velocità dell’aggiustamento di bilancio: se troppo veloce rischia di strozzare la crescita, se troppo lento non mette in sicurezza i conti pubblici.

Il giudizio della Commissione sulla gestione pluriennale delle finanze pubbliche era subordinato anche a una più approfondita valutazione di alcune spese presenti nel bilancio 2016, e in particolare quelle relative alla gestione del fenomeno dei migranti, agli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale. La Commissione ha riconosciuto la correttezza della posizione italiana, poiché “il Programma di Stabilità 2017 indica che l’impatto complessivo del flusso eccezionale di rifugiati e delle misure di sicurezza sui bilanci 2016 e 2017 è consistente e fornisce adeguata evidenza della portata e della natura di queste spese aggiuntive”. Per quanto riguarda la clausola degli investimenti, invocata dal Governo per dimostrare l’opportunità della deviazione dei conti pubblici dal percorso precedentemente tracciato, si riconosce “che ci sono fattori specifici che l’anno scorso hanno contenuto l’andamento degli investimenti pubblici” (l’introduzione del nuovo codice degli appalti e l’avvio del nuovo ciclo di impiego dei fondi europei).

Non mancano i richiami della Commissione alla necessità di procedere nel cammino di riforma che sta sostenendo la modernizzazione del Paese. Le sollecitazioni riguardano numerosi fronti: la giustizia penale e civile, la lotta alla corruzione, lo spostamento della tassazione dai fattori produttivi ad altri (come la tassazione sulla prima casa, di recente eliminata – ad eccezione delle ville e degli immobili di pregio), la legge sulla concorrenza, la contrattazione salariale di secondo livello, la presenza di crediti in sofferenza nei bilanci bancari, la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

In prospettiva, secondo la Commissione, le misure contemplate nei programmi italiani – se completamente attuate nel tempo indicato – aiuterebbero l’Italia a risolvere gli squilibri macroeconomici e a rispondere alle raccomandazioni rivolte al nostro paese. In particolare viene giudicato positivamente l’impegno a ridurre l’evasione fiscale attraverso la fatturazione elettronica obbligatoria nei confronti della Pubblica amministrazione e lo “split payment” applicata agli acquisti di questo settore, così come la riforma del processo di bilancio entrata da poco in vigore.

Le principali variabili macroeconomiche dal 2001 al 2017: variazione percentuale del PIL "anno su anno" (scala sinistra), rapporto deficit-PIL (scala sinistra), rapporto debito-PIL (scala destra). Il grafico mostra che a partire dal 2014 tutte le variabili presentano un andamento costante e una direzione coerente: crescita modesta ma progressivamente più sostenuta, deficit in continua diminuzione, stabilizzazione del debito. E' la rappresentazione grafica della politica economica del governo alla quale si è più volte fatto riferimento come "sentiero stretto".
 

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