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L’Istat diffonde i dati economici 2016: rilancio della crescita e finanza pubblica in ordine sono obiettivi conciliabili

Roma, 1 marzo 2017 – L’Istat ha diffuso oggi i dati relativi al prodotto interno lordo e alle principali grandezze di finanza pubblica per il triennio 2014-2016. La ripresa che si è affacciata sulla nostra economia nel 2014 dopo una lunga crisi è andata progressivamente rafforzandosi. La crescita del PIL in termini reali registrata nei tre anni è stata rispettivamente +0,1% +0,8% e +0,9%. Il livello del PIL del biennio 2014-15 è stato rivisto al rialzo (di 3,4 miliardi per il 2015). L’efficacia delle politiche economiche, orientate a sostenere la domanda interna, si palesa nella crescita degli investimenti fissi lordi e dei consumi delle famiglie, rispettivamente pari al 2,9% e all’1,3% nel 2016.

Dal punto di vista dei conti pubblici, si conferma lo sforzo di consolidamento graduale e progressivo, nonostante i numerosi interventi di carattere espansivo che hanno contribuito a sostenere la crescita. Segno evidente di come sia possibile coniugare il miglioramento della finanza pubblica con le misure di stimolo all’economia. Il deficit è infatti sceso dal 3,0% del PIL nel 2014 al 2,7% nel 2015 fino al 2,4% nel 2016, in linea con la previsione formulata nella Nota di aggiornamento al DEF. L’avanzo primario (cioè la differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi sul debito pubblico) è risultato pari all’1,5% del PIL. Con un incremento di 6 decimi di punto percentuale rispetto al 2015, nello scorso anno il debito risulta pari al 132,6% del PIL (valore leggermente inferiore a quello previsto nel Documento Programmatico di Bilancio). Tenendo conto dell’accumulo di disponibilità finanziarie del Tesoro, l’incremento si riduce allo 0,2%. Il Governo ha ancora una volta mantenuto l’impegno di migliorare progressivamente il quadro della finanza pubblica.

Sul fronte della tassazione si registra la riduzione della pressione fiscale sotto il 43%, che avviene in corrispondenza dell’incremento di gettito prodotto dal contrasto all’evasione. Riclassificando il bonus Irpef come taglio dell’imposta diretta, la pressione fiscale, stimata dall’ISTAT al 42,9% del PIL nel 2016, scende al 42,3 (dal 42,8% del 2015).

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