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Fondazioni bancarie, Padoan e Guzzetti siglano protocollo. Parte autoriforma all’insegna della trasparenza

Roma, 22 aprile 2015 – Ritorno allo spirito originale delle leggi Amato-Ciampi che hanno definito per le fondazioni bancarie il ruolo di istituzioni non profit impegnate nel sociale e nella promozione del territorio. Questo l’obiettivo del protocollo di intesa firmato oggi dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e dal Presidente dell’Acri (Associazione di fondazioni e casse di risparmio) Giuseppe Guzzetti, che segna l’avvio dell’autoriforma delle fondazioni di origine bancaria. Una ‘manutenzione’ dell’impianto normativo che si inserisce nella strategia complessiva messa in atto dal governo per riformare e ammodernare il sistema del credito. Vanno in questa direzione il decreto sulle banche popolari e la questione delle sofferenze bancarie che è all’attenzione dell’esecutivo.

Il protocollo è stato elaborato da un tavolo di lavoro coordinato dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia, Roberto Garofoli, che ha avuto una interlocuzione costante e proficua con l’Acri.
Tra i principi cardine contenuti nel protocollo vi è diversificazione degli investimenti: una fondazione non può concentrare più del 33% dell’attivo patrimoniale in un singolo soggetto. Inoltre, non è previsto il ricorso a forme di indebitamento, salvo in caso di temporanee e limitate esigenze di liquidità, e non è permesso l’uso di derivati se non per finalità di copertura o in operazioni in cui non siano presenti rischi di perdite patrimoniali.
Con il protocollo le fondazioni si impegnano a garantire trasparenza nelle loro attività pubblicando sui rispettivi siti web i bilanci, le informazioni sugli appalti, i bandi per le erogazioni, le procedure attraverso le quali si possono avanzare richieste di sostegno finanziario e i criteri di selezione delle iniziative.
Sottolineando il ‘mutamento di rotta’ in atto nella situazione economica italiana, Padoan ha spiegato che “anche il processo di sviluppo delle fondazioni deve ispirarsi alle due parole ‘chiave’ che caratterizzano la fase di cambiamento del Paese: riforme e crescita”. Ferma restando la natura privata delle fondazioni, esse – ha aggiunto il ministro – devono focalizzare il loro impegno “in interventi a beneficio della collettività”. Guzzetti ha puntualizzato come il protocollo sia “il frutto di anni di corretto rapporto tra autorità di vigilanza e enti vigilati”.

Approfondimenti

  «Fondazioni, operazione trasparenza» - Intervista di Roberto Garofoli al Sole 24 Ore
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