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‘Smart Working’ al Mef – Parte a luglio per i primi 200 dipendenti

Roma, 15 giugno 2017 – Parte al Ministero dell’Economia e delle Finanze lo ‘smart working’, il ‘lavoro agile’ che consiste nella possibilità di svolgere la prestazione lavorativa in un luogo diverso dalla normale sede di lavoro favorendo una migliore conciliazione dei tempi di vita con quelli delle attività lavorative.

Il progetto realizza la prima fase di un importante processo di innovazione organizzativa ed è destinato a mutare il rapporto tra dipendenti ed Amministrazione. Il Mef è una delle prime pubbliche amministrazioni ad attuare la direttiva sullo smart working nella P.A . illustrata oggi dal Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Marianna Madia e dalla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. La direttiva attua le disposizioni contenute nell’articolo 14 della legge 7 agosto 2015 n. 124 (delega al governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche).

Lo smart working – come pure sottolineato dalle due esponenti del Governo – non è solo uno strumento di welfare o un servizio di conciliazione dei tempi di vita, ma l’inizio di un mutamento più profondo del lavoro in cui si riconoscono sempre di più i risultati e gli obiettivi raggiunti e non soltanto le ore di lavoro prestate.

Il prossimo 10 luglio il Ministero dell’Economia avvia la sperimentazione del lavoro agile attraverso un progetto pilota che si concluderà il 31 gennaio 2018, salvo proroghe, e che vede la partecipazione iniziale di circa 200 unità di personale delle sedi centrali tra impiegati, funzionari e dirigenti. Alla sperimentazione possono accedere i dipendenti che svolgono attività tra quelle riconosciute nel documento di policy adottato dall’Amministrazione come esplicabili da remoto e comunque ove sia possibile avvalersi di applicativi informatici e procedure totalmente digitalizzate. L’attività lavorativa può essere svolta al di fuori della sede ordinaria per un massimo di 6 giornate al mese.

L’Amministrazione garantisce che i dipendenti che si avvalgono del lavoro agile non subiscano penalizzazioni sul piano giuridico ed economico, nonché ai fini del riconoscimento della professionalità e delle progressione di carriera.

In fase di prima implementazione della nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, la priorità nell’ammissione allo smart working viene riservata – in caso pervenga un numero di istanze più elevato di quello ammissibile al progetto – alle situazioni suscettibili di maggior tutela dal punto di vista della salute, della maternità e della genitorialità.

Il Mef, dopo aver condiviso con le Organizzazioni Sindacali ed il Comitato Unico di Garanzia il progetto di smart working ed aver avviato con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) un percorso di formazione/informazione teso ad accompagnare il personale nella delicata fase di avvio del progetto, ha partecipato al Progetto “Lavoro agile per il futuro della PA” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari opportunità, che consente alle Pubbliche Amministrazioni interessate di avvalersi di un supporto dedicato per l’implementazione del lavoro agile.

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