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Il dl pensioni non modifica gli obiettivi di finanza pubblica del DEF

Roma, 10 giugno 2015 – Il governo, presentando in Parlamento il decreto legge per dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, ha accompagnato il provvedimento con una relazione (ai sensi delle legge 196/2009) sull’andamento dei conti pubblici in considerazione degli effetti della stessa sentenza.

La sentenza della Consulta, come è noto, ha dichiarato illegittimo il blocco delle indicizzazioni per il biennio 2012-2013 delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo dell’Inps. Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, spiega la relazione “consente di salvaguardare gli obiettivi di finanza pubblica in coerenza con il percorso di rientro dei saldi di bilancio e del debito pubblico nell’ambito dei parametri stabiliti a livello comunitario e, al contempo, di coniugare tale percorso con i criteri solidaristici all’interno del sistema previdenziale e con i principi di adeguatezza, gradualità e proporzionalità enunciati dalla stessa Corte”.

Il decreto, infatti, non modifica gli obiettivi di finanza pubblica indicati nel Documento di Economia e Finanza (DEF) e valutati positivamente dalla Commissione europea, che vengono tutti confermati. Le misure del decreto, sottolinea la relazione, consentiranno “anche utilizzando il margine di miglioramento tendenziale evidenziato nelle stime del Documento di economia e finanza nell’anno in corso e – in misura minimale – negli anni successivi, di ricondurre il nuovo scenario tendenziale entro gli obiettivi programmatici indicati nel Documento programmatico di aprile”.

“A seguito del decreto legge – si legge ancora nella relazione – il rapporto programmatico tra l’indebitamento netto e il PIL nel 2015 risulterà pertanto confermato al 2,6%. Per gli anni successivi restano sostanzialmente invariati i valori di indebitamento in rapporto al PIL previsti nel quadro tendenziale, pari all’1,4% nel 2016 e allo 0,2% nel 2017. Per il 2018 e il 2019 si conferma la previsione di un avanzo di bilancio pari rispettivamente allo 0,5% e allo 0,9%”.

 La relazione

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