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Pagamenti delle pubbliche amministrazioni

Aggiornamento del 20 dicembre 2018

Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015, il numero delle pubbliche amministrazioni che paga i fornitori con tempi medi più lunghi di quelli previsti dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze svolge un ruolo primario nel monitoraggio costante e puntuale del processo di estinzione dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, attraverso l’utilizzo del sistema informatico denominato Piattaforma dei crediti commerciali (PCC), realizzata e gestita per il Ministero dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, che rileva le informazioni sulle singole fatture ricevute dalle oltre 22.000 amministrazioni pubbliche registrate.

La Piattaforma acquisisce in modalità automatica, direttamente dal Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate (SDI), tutte le fatture elettroniche emesse nei confronti delle PA e registra i pagamenti effettuati e comunicati dalle singole amministrazioni. Queste informazioni, tuttavia, potrebbero non essere complete: infatti, non tutti gli enti pubblici sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento. A questa carenza, che impedisce di avere una visione esaustiva del ciclo delle fatture, si è posto rimedio con lo sviluppo del SIOPE+, un sistema informativo che permette l’acquisizione automatica dei dati sui pagamenti (vedi sezione "Alcune considerazioni sui dati").

Cruscotto

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ENTI PUBBLICI REGISTRATI
22.000
Fatture Registrate Banner
FATTURE REGISTRATE/IMPORTO
n. 27,5 mln/€. 155.9

Il “cruscotto” pubblicato in questa pagina fornisce informazioni aggiornate relative ad alcuni indicatori ricavati dalla Piattaforma. I dati pubblicati sono relativi al periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017.

Sono state registrate nell’anno 2017 oltre 27 milioni di fatture ricevute, e non respinte, dalle pubbliche amministrazioni, per un importo totale pari a 155,9 miliardi di euro, di cui 139,9 miliardi effettivamente liquidabili (ossia al netto della quota IVA e degli importi sospesi e non liquidabili).

 

La Piattaforma ha rilevato i pagamenti relativi a circa 19 milioni di fatture, per un importo pari a 115,9 miliardi di euro, che corrisponde al 83% del totale (al netto della quota IVA e degli importi sospesi e non liquidabili). I tempi medi ponderati occorsi per saldare, in tutto o in parte, i 19 milioni di fatture per le quali sono stati comunicati i pagamenti, sono pari a 55 giorni, mentre i tempi medi ponderati di ritardo si sono attestati su valori pari a 7 giorni, con una sensibile diminuzione (circa il 50%) rispetto ai tempi medi di ritardo con cui le Amministrazioni pubbliche hanno smaltito (sulla base dei pagamenti comunicati in Piattaforma) le fatture passive ricevute nell’anno 2016.

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FATTURE PAGATE/IMPORTO
19 mln/€. 115,9 mld
Tempo Medio Banner
TEMPI MEDI DI PAGAMENTO
55 giorni
Tempo Medio Banner
TEMPI MEDI DI RITARDO
7 giorni
 

33.095

NUMERO IMPRESE
REGISTRATE

169.014

NUMERO ISTANZE DI
CERTIFICAZIONE PRESENTATE
 

Tramite la Piattaforma, i titolari di crediti commerciali possono chiedere all’amministrazione debitrice di “certificare” il debito, con indicazione della data prevista di pagamento. Grazie alla certificazione, il credito è considerato affidabile dagli intermediari finanziari (banche, factor, ecc.), con la conseguenza che il fornitore che vanta un credito certificato, che non abbia ancora ricevuto il pagamento ma necessita di liquidità, può smobilizzarlo attraverso la cessione ad un istituto di credito a condizioni più favorevoli rispetto ai normali crediti commerciali o utilizzarlo in compensazione con somme iscritte a ruolo o dovute in base ai c.d. istituti definitori della pretese tributaria e deflativi del contenzioso tributario.

Ad oggi le oltre 33.000 imprese registrate ai fini della certificazione hanno presentato circa 169.000 istanze di certificazione per un controvalore certificato di oltre 8 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi smobilizzati presso intermediari finanziari.

Una pagina del focus illustra alcuni Chiarimenti in ordine allo stato dei pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni e delle certificazioni dei crediti.

Alcune considerazioni sui dati

Questi dati vanno letti con attenzione:

  • i dati sopra riportati si riferiscono al tempo di pagamento con la quale le pubbliche amministrazioni hanno smaltito le fatture ricevute dai propri fornitori nel corso dell’intero anno 2017, rilevati sulla base delle comunicazioni di pagamenti effettuate in Piattaforma (si precisa che è un dato diverso dall’indicatore di tempestività dei pagamenti – ITP, che le pubbliche amministrazioni sono tenute a riportare nei rispettivi siti istituzionali, ai sensi del DPCM 22 settembre 2014, perché quest’ultimo si riferisce alla tempistica di tutti i pagamenti effettuati nel periodo considerato, indipendentemente dalla data di ricevimento delle fatture passive).
  • il numero e l’importo delle fatture realmente pagate è evidentemente superiore a quello registrato in Piattaforma, dal momento che ancora non tutti gli enti comunicano informazioni complete.

Il MEF è costantemente impegnato a promuovere l’adesione totale alla piattaforma di monitoraggio da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, con l’obiettivo di disporre di informazioni complete sui pagamenti.

Per conseguire questi obiettivi il MEF – Ragioneria Generale dello Stato ha investito importanti risorse per attivare e garantire tutte le possibili modalità di comunicazione dei dati da parte delle pubbliche amministrazioni: in particolare, ad integrazione dei canali di trasmissione già disponibili (immissione manuale via internet, caricamento massivo tramite invio di file pre-compilati, trasmissione telematica di flussi di dati), è stata prevista ed affinata la cooperazione applicativa tramite web services, grazie alla quale gli enti possono connettere i propri sistemi gestionali alla Piattaforma.

Siope+

È stato realizzato il sistema, denominato Siope+, per l’acquisizione automatica dei dati dei pagamenti che consente di integrare le informazioni attualmente disponibili nel sistema “Siope” (attinente la rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri delle amministrazioni pubbliche) con le informazioni relative ai mandati di pagamento di fatture passive presenti in PCC contestualmente all’effettuazione delle transazioni di pagamento (tramite i mandati digitali trasmessi agli istituti cassieri/tesorieri attraverso un nodo di smistamento gestito dalla Banca d’Italia).
Dopo due fasi di sperimentazione del Siope+, che hanno coinvolto 7 enti, a partire dal luglio 2017, e ulteriori 23 enti a partire dal 1° ottobre 2017, attraverso successivi decreti del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono stati calendarizzati gli avvii a regime per tipologie di enti pubblici. Dal 1° gennaio 2018 sono entrate a regime tutte le Regioni, le Provincie e le Città Metropolitane, dal 1° aprile 2018 si sono aggiunti i comuni con più di 60.000 abitanti e dal 1° luglio 2018 i comuni con popolazione compresa fra 10.001 e 60.000 abitanti per un totale di circa 1.400 enti pubblici.
Dal 1° ottobre 2018 SIOPE+ è diventato operativo per i Comuni fino a 10.000 abitanti e per le aziende sanitarie e ospedaliere; dal 1° gennaio 2019 SIOPE+ verrà esteso a tutti i restanti enti già soggetti alla vecchia rilevazione SIOPE e alle autorità di sistema portuale.
Nel corso del 2019 saranno progressivamente coinvolte tutte le restanti pubbliche amministrazioni (a eccezione di gran parte delle Amministrazioni statali che utilizzano il sistema Sicoge). L’attuale collegamento tra il sistema di contabilità Sicoge e PCC, affiancato dal Siope+, consentirà di ricevere in automatico in PCC tutte le informazioni sui pagamenti, garantendo una copertura dell’universo delle pubbliche amministrazioni pressoché totale (la parte residuale di pubbliche amministrazioni non “coperte” verrà gestita tramite interventi mirati). Per tutti gli ulteriori approfondimenti sul Siope+ si rimanda alla specifica sezione predisposta sul sito web istituzionale della Ragioneria Generale dello Stato raggiungibile al seguente indirizzo: http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e_government/amministrazioni_pubbliche/siope/siope_/.

I dati del primo trimestre 2018
I dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute, nel primo trimestre 2018, dalle pubbliche amministrazioni che hanno avviato Siope+ a partire da gennaio 2018 (le Regioni, le Province e le Città metropolitane). A fronte di tali importi sono stati rilevati i pagamenti registrati nel sistema informativo e i relativi tempi medi di pagamento e di ritardo. Per ciascuna amministrazione pubblica, sulla base dei dati comunicati, sono stati elaborati alcuni indici riguardanti:

  • il rapporto percentuale tra l’importo pagato e l’importo complessivo dovuto (l’importo complessivo delle fatture, al netto della quota IVA, versata direttamente dalle PA all’erario, e degli importi sospesi e non liquidabili);
  • la media dei tempi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrente tra la data di emissione della fattura e la data di pagamento, ponderata con l’importo della fattura (si ricorda che per le fatture elettroniche la data di emissione coincide con la data di invio);
  • la media dei ritardi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrenti tra la data di scadenza della fattura e la data di pagamento, ponderata con l’importo della fattura (questo valore può essere negativo, se la fattura viene pagata in anticipo; si precisa che la data di scadenza del debito, se non espressamente indicata nella fattura, è calcolata in base alle norme vigenti a decorrere dalla data di emissione). Si evidenzia che il valore del tempo medio di ritardo, pari per il complesso degli enti esaminati a 2 giorni, è determinato dall’esistenza di fatture la cui scadenza per il pagamento è superiore a 30 giorni (infatti il valore del tempo medio di pagamento è pari nel complesso a 39 giorni). Ciò in considerazione che ai sensi dell’articolo 4, paragrafi 3 e 6, della Direttiva UE, il termine massimo di 60 giorni per il pagamento vale non solo per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ma anche per tutti i contratti delle altre pubbliche amministrazioni stipulati espressamente con tale scadenza, per la loro particolare natura.

I dati relativi alle fatture ricevute nel primo trimestre 2018 dagli enti che hanno avviato Siope+ da gennaio mostrano un tempo di pagamento di poco superiore, in media per il complesso di tali enti, dei termini previsti dalla normativa in vigore. Oltre il 50% degli enti appartenenti ai tre comparti considerati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 90% degli importi dovuti e tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture). A livello di singolo comparto, le Regioni hanno fatto registrare nel complesso un tempo medio di pagamento di circa 38 giorni ed un tempo di ritardo di 0 giorni, con alcuni casi dove i pagamenti sono stati effettuati con largo anticipo rispetto alla scadenza delle fatture (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Liguria). Per le Province i tempi medi di pagamento e di ritardo si attestano rispettivamente a 47 giorni e 10 giorni; la metà di esse mostra tempi medi di ritardo negativi, mentre le Città metropolitane mostrano tempi di pagamento pari a 36 giorni, a cui corrispondono tempi medi di ritardo pari a 2 giorni. Anche per questo settore, si riscontrano enti che riportano ritardi di pagamento con valori negativi (si tratta di sette Città metropolitane su quattordici).

I dati del primo semestre 2018
I dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute, nel primo semestre 2018, dalle pubbliche amministrazioni che hanno avviato Siope+ a partire da gennaio 2018 (le Regioni, le Province e le Città metropolitane). Per i Comuni sopra i 60.000 abitanti che hanno avviato il Siope+ a partire dal 1° aprile 2018, i dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute nel secondo trimestre 2018.

I dati relativi alle fatture ricevute nel primo semestre 2018 mostrano un tempo di pagamento rispettoso, in media per il complesso di tali enti, dei termini previsti dalla normativa in vigore. Oltre il 50% degli enti appartenenti ai comparti considerati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 90% degli importi dovuti e tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture). A livello di singolo comparto, le Regioni hanno fatto registrare nel complesso un tempo medio di pagamento di circa 35 giorni ed un tempo di ritardo di -4 giorni, con alcuni casi dove i pagamenti sono stati effettuati con largo anticipo rispetto alla scadenza delle fatture (Lazio, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Liguria). Per le Province i tempi medi di pagamento e di ritardo si attestano rispettivamente a 39 giorni e 4 giorni; poco meno della metà di esse mostra tempi medi di ritardo negativi, mentre le Città metropolitane mostrano tempi di pagamento pari a 34 giorni, a cui corrispondono tempi medi di ritardo pari a -2 giorni. Anche per questo settore, si riscontrano enti che riportano ritardi di pagamento con valori negativi (si tratta di otte Città metropolitane su quattordici). Il complesso dei Comuni sopra i 60.000 abitanti ha fatto registrare, per le fatture ricevute nel secondo trimestre del 2018, un tempo medio di pagamento di circa 40 giorni ed un tempo di ritardo pari a 5 giorni. La metà dei Comuni analizzati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 90% degli importi dovuti e tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture).

Come si evince dai dati prospettati, alcuni enti riportano basse percentuali di pagamenti comunicati al sistema Siope+. Infatti, nella fase di avvio del sistema questi enti non sono riusciti a collegare il proprio sistema informativo contabile al registro delle fatture e non hanno trasmesso alla PCC le informazioni riguardanti il pagamento delle fatture. Le difficoltà riscontrate nell’attività di implementazione dei sistemi informatici necessari al superamento di tale criticità hanno determinato ritardi nella piena operatività di SIOPE+.

I dati sui tempi di pagamento saranno oggetto di successivi aggiornamenti che terranno conto dei pagamenti (di fatture emesse nel periodo esaminato) effettuati successivamente alla presente data di osservazione del fenomeno. Gli aggiornamenti saranno effettuati con cadenza trimestrale con riferimento a una platea via via più ampia di enti.

I dati dei primi nove mesi del 2018
I dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute dalle pubbliche amministrazioni che hanno avviato Siope+. Per le Regioni, le Province e le Città metropolitane che hanno avviato il Siope+ a partire dal 1° gennaio 2018, i dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute nei primi nove mesi dell’anno 2018; per i Comuni sopra i 60.000 abitanti che hanno avviato il Siope+ a partire dal 1° aprile 2018, i dati si riferiscono al secondo e terzo trimestre 2018; per i Comuni sopra i 10.000 abitanti che hanno avviato il Siope+ a partire dal 1° luglio 2018, i dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute nel terzo trimestre 2018.

I dati relativi a Regioni, Province e Città metropolitane mostrano un tempo di pagamento rispettoso, in media per il complesso di tali enti, dei termini previsti dalla normativa in vigore. Oltre il 64% degli enti appartenenti ai comparti considerati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 80% degli importi dovuti ed il 40% riporta tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture).

A livello di singolo comparto, le Regioni hanno fatto registrare nel complesso un tempo medio di pagamento di circa 32 giorni ed un tempo di ritardo di -7 giorni, con alcuni casi dove i pagamenti sono stati effettuati con largo anticipo rispetto alla scadenza delle fatture (Lazio, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Umbria, Toscana). Per le Province i tempi medi di pagamento e di ritardo si attestano rispettivamente a 36 giorni e 2 giorni; la metà di esse mostra tempi medi di ritardo negativi, mentre le Città metropolitane mostrano tempi di pagamento pari a 30 giorni, a cui corrispondono tempi medi di ritardo pari a -6 giorni. Anche per questo settore, si riscontrano enti che riportano ritardi di pagamento con valori negativi (si tratta di nove Città metropolitane su quattordici).

Il complesso dei Comuni sopra i 60.000 abitanti ha fatto registrare, per le fatture ricevute nel secondo e terzo trimestre del 2018, un tempo medio di pagamento di circa 36 giorni ed un tempo di ritardo pari a 1 giorno. Il 60% circa dei Comuni analizzati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 80% degli importi dovuti ed il 50% riporta tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture).

Il complesso dei Comuni tra i 10.000 ed i 60.000 abitanti ha fatto registrare, per le fatture ricevute nel terzo trimestre del 2018, un tempo medio di pagamento di circa 30 giorni ed un tempo di ritardo pari a -3 giorni. Il 57% dei Comuni analizzati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 80% degli importi dovuti ed il 50% riporta tempi medi di ritardo che si attestano su valori negativi (con pagamenti effettuati in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture).

I dati delle pubbliche amministrazioni per l’anno 2017

Da questa pagina è possibile scaricare il file relativo a tutte le Pubbliche Amministrazioni oggetto del monitoraggio dei debiti commerciali, previsto dalla normativa vigente.

I dati esposti sono riferiti agli importi complessivi delle fatture elettroniche ricevute dalle pubbliche amministrazioni (le istituzioni scolastiche sono presentate in modo aggregato) nell’anno 2017 (ad esclusione delle fatture respinte), ai relativi pagamenti, così come comunicati in PCC dalle amministrazioni stesse.

Per ciascuna amministrazione pubblica, sulla base dei dati comunicati, sono stati elaborati alcuni indici riguardanti:

  • il rapporto percentuale tra l’importo pagato e l’importo complessivo delle fatture ricevute;
  • la media dei tempi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrente tra la data di emissione della fattura e la data di pagamento, ponderata con l’importo della fattura (si ricorda che per le fatture elettroniche, la data di emissione coincide con la data di invio);
  • la media dei ritardi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrenti tra la data di scadenza della fattura e la data di pagamento, ponderata con l’importo della fattura (questo valore può essere negativo, se la fattura viene pagata in anticipo; si precisa che la data di scadenza del debito, se non espressamente indicata nella fattura, è calcolata in base alle norme vigenti a decorrere dalla data di emissione).

Qualora l'ente abbia modificato la data di scadenza delle fatture, i predetti tempi di pagamento e di ritardo sono calcolati tenendo conto della nuova data dichiarata dall'ente in PCC.

Si ricorda che il valore del tempo medio di ritardo ponderato, riferendosi alle fatture ricevute dall’amministrazione nell’anno 2017, non rappresenta il valore dell’indicatore di tempestività dei pagamenti (ITP), che viene calcolato con riferimento a tutti i pagamenti effettuati nel periodo considerato, indipendentemente dalla data di ricevimento delle fatture.

Nella consultazione dei dati è necessario tener presente quanto segue:

  1. Il perimetro delle pubbliche amministrazioni oggetto di monitoraggio, come definito dall’articolo 1, comma 2 della Legge n. 196/2009, è in continua evoluzione, includendo i soggetti indicati a fini statistici nell'elenco ISTAT (lista S.13), la cui ricognizione è aggiornata annualmente.
  2. Qualora le pubbliche amministrazioni non provvedano a comunicare lo stato delle fatture ricevute (indicando l’avvenuto pagamento e confermando oppure rettificando la data di scadenza delle fatture), i tempi medi di pagamento e di ritardo contenuti nella tabella potrebbero differire rispetto a quelli registrati nei sistemi contabili della singola amministrazione.
  3. Le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di inserire, in qualunque momento, i dati relativi ai pagamenti delle proprie fatture passive o di modificarne lo stato (ad es. da liquidabile a non liquidabile e viceversa), rendendo la percentuale di pagamento e i relativi tempi sensibili al momento in cui si effettua l’osservazione.

Per i motivi sopra evidenziati, l’elenco pubblicato sarà oggetto di aggiornamento periodico.

I 500 enti pubblici più virtuosi

Da questa pagina è possibile scaricare i file relativi ai 500 enti pubblici che pagano più tempestivamente, selezionati tra quelli che trasmettono i pagamenti di oltre il 75% delle fatture a loro indirizzate e che ricevono almeno 1.000 fatture per un importo complessivo superiore a un milione di euro.

I criteri utilizzati per selezionare gli enti elencati in ciascuna lista sono i seguenti:

  • il rapporto percentuale tra l’importo pagato e l’importo da pagare;
  • la media ponderata dei tempi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrente tra la data di emissione della fattura e la data di pagamento (si ricorda che per le fatture elettroniche la data di emissione coincide con la data di invio);
  • la media ponderata di ritardi di pagamento, ossia il numero di giorni intercorrenti tra la data di scadenza della fattura e la data di pagamento (questo valore può essere negativo, se la fattura viene pagata in anticipo; inoltre la data di scadenza del debito, se non espressamente indicata nella fattura e/o modificata dall’ente in PCC, è calcolata in base alle norme vigenti a decorrere dalla data di emissione).

Sono state prese in considerazione solo le fatture elettroniche emesse dal 1/1/2017 al 31/12/2017 (con l'esclusione di quelle respinte).

Si ricorda che le risorse necessarie alle pubbliche amministrazioni per accelerare il pagamento dei debiti pregressi sono state assicurate dal Governo, attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con diverse modalità:

  • Con risorse finanziarie, anticipate direttamente dal Tesoro ovvero attraverso la Cassa Depositi e Prestiti.
  • Con la concessione di spazi di disponibilità finanziaria sul patto di stabilità interno.
  • Attraverso l’attribuzione di risorse per accelerare i rimborsi fiscali.
  • Attraverso la possibilità per i fornitori di compensare debiti e crediti.
  • Assistendo la cessione del credito dalle imprese gli intermediari finanziari con la garanzia dello Stato.

Il processo che è stato messo in atto negli anni scorsi ha consentito lo smaltimento di gran parte della mole di debiti commerciali pregressi della P.A. che rappresentava un freno per lo sviluppo delle imprese fornitrici, spesso medie e piccole.

Nelle pagine di questa sezione forniamo informazioni sulle risorse messe a disposizione degli Enti debitori e sul valore dei debiti effettivamente pagati grazie agli interventi disposti dai decreti 35 e 102 del 2013, dalla Legge di Stabilità 2014, dal decreto legge n.66 del 2014 e dal decreto legge n. 78 del 2015.

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